Le tariffe elettriche del settore residenziale aumenteranno di circa il 3% a partire dal primo gennaio 2006. Per la famiglia tipo con consumi medi di 225 kWh al mese si tratta di un aumento dell’ordine di 1,5 euro a bimestre, pari ad una maggiore spesa annuale di circa 10 euro.
La previsione e’ stata illustrata da Davide Tabarelli, direttore del Rie di Bologna, presentando uno studio su costi e tariffe dell’elettricita’ in Italia.


Ipotizzando invece un maggiore consumo di carbone fino al 50% della produzione nazionale, l’aumento nella prossima bolletta sarebbe inferiore di circa un terzo, circa 7 euro invece di 10. Per il settore industriale, invece, l’aumento che si profila per il prossimo bimestre e’ del 14%, percentuale che scenderebbe all’8% in caso di maggiore ricorso al carbone.

Lo studio prende in considerazione il fatto che la domanda di elettricita’ e’ in forte crescita in Italia come nel resto del mondo. E il carbone continuera’ ad essere, a livello globale, la principale fonte di generazione elettrica.

L’Italia, diversamente dagli altri, sta scegliendo una via diversa, puntando troppo sul gas.

Il Rie suggerisce di ripetere il modello tedesco, che prevede un grande sostegno alle rinnovabili grazie ai bassi costi di generazione dovuti ad un preponderante utilizzo del carbone. Se l’Italia avesse gia’ adottato una struttura di generazione con l’utilizzo del 50% di carbone quale combustibile, avrebbe risparmiato negli ultimi otto anni fra un minimo di 15 e un massimo di 72 miliardi di euro; solo lo scorso anno l’Italia ha sostenuto un maggiore costo rispetto agli altri Paesi dell’Europa pari allo 0,6% del Pil. I mancati risparmi nel prossimo decennio dal mantenere una struttura di generazione incentrata sui combustibili fossili, petrolio e gas, si attesterebbero, secondo la stima del Rie, tra i 27 e i 58 miliardi di euro. Certamente, osserva Tabarelli, le maggiori emissioni del carbone rimangono un problema aperto tuttavia “risolvibile”. La Germania, portata a modello da Tabarelli, ha un primato mondiale nel sostegno alle rinnovabili; in percentuale la capacita’ totale installata e’ al primo posto con il 16%, mentre l’Italia ha una capacita’ da nuove rinnovabili allineata alla media europea (8%). Certamente la Germania concede un “generoso” incentivo alle rinnovabili grazie a costi di generazione piu’ bassi. Ma questo modello favorisce lo sviluppo di una forte industria della produzione di impianti delle rinnovabili. Nel 2004 il settore ha fatturato complessivamente 11,6 miliardi di euro.