Mezz’ora di attività fisica al giorno riduce del 50% il rischio di infarto così come mangiare quotidianamente frutta e verdura e bere due bicchieri di vino al giorno lo riducono del 30%.
Basterebbe poco per diminuire drasticamente gli oltre 2300 anni di vita persi ogni anno dagli popolazione del territorio dell’Azienda Usl di Bologna a causa di malattie cardiovascolari che possono essere prevenute.


Le malattie cardiovascolari rappresentano la prima causa di morte in Italia (41%), superando anche i tumori (31%). Prevenire oggi si può. I fattori che aumentano il rischio di sviluppare una malattia cardiovascolare, e su cui è possibile intervenire, sono molti: tabagismo, diabete, obesità, ipercolesterolemia, ipertensione arteriosa e sedentarietà.
Ad esempio ridurre del 10% il colesterolo nella popolazione generale nel suo insieme abbasserebbe del 20-30% l’incidenza di malattie cardiache. Diminuire di un terzo il sale consumato ridurrebbe del 20% i casi di ictus nella popolazione generale. In questo senso conoscere gli stili di vita della popolazione aiuta senza dubbio a formulare interventi più efficaci.

Quanto influiscono gli stili di vita nella prevenzione di malattie cardiovascolari? Cosa è possibile fare? Quali strategie e sinergie mettere in campo? Questi i temi del convegno “Stili di vita e rischio cardiovascolare. Strategie per la prevenzione”, che si terrà martedì 29 nella sala auditorium di via Aldo Moro, 18 a Bologna.

L’obiettivo principale del convegno è quello di mettere in rete tutte le figure che a vario titolo svolgono un ruolo nella prevenzione e nella cura di patologie cardiovascolari: medici della prevenzione, medici ospedalieri, medici di medicina generale e amministratori locali.
Il Convegno, promosso dall’assessorato Politiche per la Salute della Regione Emilia-Romagna è curato dall’Azienda Usl di Bologna.

Il punto di partenza sarà l’analisi della situazione attuale: in Italia sono oltre 1/3 le persone ipertese, il 25% hanno il colesterolo alto, sono sedentari il 34% degli uomini italiani e il 46% delle donne. Oltre il 20% della popolazione è obesa e oltre il 40% è in soprappeso, molto di più gli uomini (50%) delle donne (34%). Ancora il 30% della popolazione fuma. Sono solo alcuni dei risultati dell’Osservatorio Epidemiologico Cardiovascolare Italiano condotto dall’ANMCO (Associazione Nazionale Medici Cardiologi Ospedalieri) insieme all’Istituto Superiore di Sanità, per evidenziare i prevalenti fattori di rischio di malattie cardiovascolari nella popolazione italiana.
Dati allarmanti se si considera che tra i fattori di rischio di infarto in scala decrescente al primo posto c’è il diabete ed il colesterolo elevato che aumentano di 4 volte il rischio di infarto, seguono fumo e pressione alta che aumentano di 3 volte il rischio, poi l’obesità che aumenta di oltre 2 volte il rischio.