Recentemente la stampa locale ha più volte riportato la notizia che le case popolari nella provincia di Modena vengono prevalentemente assegnate a cittadini stranieri. E’ il caso del Peep di Gorzano.


Si grida allo scandalo o all’anomalia buonista delle politiche verso i migranti dei sindaci della provincia. La stampa locale, che si è interessata alla questione, fa rilevare che c’è chi chiede regole diverse per le graduatorie di accesso all’edilizia residenziale pubblica tra cittadini vecchi e nuovi, fino a chiedere la cittadinanza italiana per
l’inserimento in graduatoria.

Per il Centro Lavoratori Stranieri della Cgil di Modena l’accesso alle graduatorie non è una concessione né un atto di particolare attenzione
verso gli stranieri, è solo l’applicazione di un diritto verso chi vive, lavora, produce e contribuisce alla vita economica e sociale del Paese.
Perfino la legge Bossi-Fini, che non ha certamente un impianto favorevole alla permanenza degli stranieri nel nostro Paese (basti pensare al
famigerato nodo del permesso di soggiorno legato al contratto di lavoro), riconosce all’art. 27 questo diritto. L’articolo infatti recita: “Gli
stranieri titolari di carta di soggiorno e gli stranieri regolarmente soggiornanti, in possesso di permesso di soggiorno almeno biennale e che
esercitano una attività di lavoro regolare, hanno diritto di accedere, in condizione di parità con i cittadini italiani, agli alloggi di edilizia
residenziale pubblica”.

Per il Centro Lavoratori Stranieri (CLS) l’assegnazione di questi alloggi è solo il riconoscimento di un diritto e non una concessione. È invece ancora una volta necessario – viene ribadito con forza -, rilanciare l’edilizia
residenziale pubblica per vecchi e nuov cittadini: per lavoratori, pensionati e giovani che non possono affrontare i costi degli affitti nel libero mercato degli alloggi. Non prendere atto delle necessarie nuove politiche per la casa è perdente e
soprattutto ingiusto. I sindaci della provincia si stanno ponendo il problema con forza, anche dopo i recenti fatti di Sassuolo, cercando strade
nuove, che coinvolgano più soggetti, non potendosi risolvere il problema della casa solo con risorse pubbliche.

Le poche case pubbliche che ancora possono essere assegnate lo siano allora attraverso criteri che non distinguano tra lavoratori italiani e lavoratori stranieri, tra cittadini e cittadini. Per evitare però di creare situazioni anomale nell’assegnazione (una palazzina di soli cittadini stranieri, che può restare isolata dal contesto sociale), il CLS propone di applicare criteri di mobilità fra le graduatorie dei comuni dello steso comprensorio. Ciò potrebbe essere possibile tramite le apposite commissioni comunali
previste per legge e utilizzando gli orientamenti della Commissione Tecnica sovracomunale di emanazione provinciale.

Nell’assegnazione degli alloggi – conclude il Centro Lavoratori Stranieri/Cgil di Modena – si deve dunque puntare ad un mix sociale etnico, generazionale per favorire l’integrazione, la mutualità, la solidarietà, ben sapendo che spesso le famiglie di lavoratori stranieri assegnatarie sono giovani, mentre anziani sono i vecchi assegnatari locali.
Il CLS di Modena suggerisce questa strada semplice, che non contrasta con i diritti-doveri di nessuno, e punta sulla inclusione sociale ed insieme
chiede con grande forza un innovato impegno di tutte le istituzioni pubbliche per la riscrittura di politiche per la casa che possano contare su un’edilizia residenziale pubblica rifinanziata e rinnovata, senza la demagogia e la strumentalità di chi tenta di far credere che nel nostro Paese ci siano già le condizioni per dare una casa a tutti.