Il vice Direttore Generale di Lapam Confartigianato Federimpresa Giuliano Tollari ha inviato ieri, venerdì 11 novembre, a tutti i parlamentari modenesi una lettera aperta nella quale denuncia un provvedimento, già passato al Senato e di prossima trattazione alla Camera, teso a modificare il codice della strada.

Se la modifica divenisse definitiva, ci sarebbe un grave inasprimento delle pene per chi trasgredisce alla manovra anti – smog che si vedrebbe sospesa anche la patente di guida.

“Ci riferiamo – si legge nella lettera – all’intento di introdurre la sospensione della patente di guida, da uno a tre mesi, ed una sanzione da euro 250 a euro 1000 per “chiunque non ottemperi ai provvedimenti di sospensione o divieto della circolazione”.


La misura, che diviene un potente strumento di tutela delle limitazioni al traffico di ogni tipo, viene dopo che il Ministero dell’Ambiente del Governo in carica ha esplicitato la propria certezza, correlata dalle dimostrazioni di tutto il mondo accademico italiano, della impossibilità di dimostrare l’utilità sulla situazione dell’inquinamento, e tanto meno la misurabilità epidemiologia dei benefici che da esse doverebbero discendere, delle varie domeniche ecologiche, targhe alterne e provvedimenti analoghi.


– Pochissimi esempi soltanto a dimostrare come, per certe tipologie di impresa, sia quasi impossibile , ad esempio obbedire alle limitazioni sul traffico che colpiscono i veicoli più vecchi: gli autocarri di cantiere, in edilizia, sono veri e propri magazzini attrezzi mobili che seguono il personale, essi sono destinati a stare fermi per la maggior parte della giornata e percorrono pochissimi chilometri all’anno.

– altrettanto è dei mezzi che fanno da piattaforma a macchine operatrici come gru o strumenti del genere. Altrettanto dicasi per quelli che nei distretti industriali si muovono in continuazione fra stabilimenti diversi che sono vicinissimi tra loro, o di chi trasporta acque minerali, caffè o cibi all’interno di una città.
Tutti questi veicoli, sottoposti a bassissimi fattori di logoramento, hanno normalmente vite molto lunghe, sarebbe onerosissimo e rappresenterebbe un grave spreco, per imprese che già la situazione economica sta mettendo in difficoltà, dover sostituirli di colpo.

C’è da immaginare che , in qualche ambiente, si possa gradire una forzatura sulla domanda di veicoli. Essa però sarebbe , in questo caso, prodotta, infliggendo danni gravi al già in affanno tessuto produttivo del paese.

Parimenti si prevede la sospensione della patente di guida da uno a tre mesi e la sanzione da 250 a 1000 euro per chi circoli nelle zone a traffico limitato o nelle aree pedonali: il rischio in questo caso è quello di disincentivare ulteriormente la frequentazione dei centri storici.


Si consideri che i provvedimenti che così si cerca di “blindare”, sono già molto fragili, di per se, sul piano della legittimità. Infatti è impossibile sostenere, a fronte di sacrifici imposti alla collettività, la almeno teorica possibilità che essi possano conseguire il loro scopo.

Con questa variazione verranno triplicate le sanzioni: una misura spropositata rispetto all’impianto del codice; basti pensare che il passaggio con il semaforo rosso, infrazione ben più grave per le conseguenze sulla sicurezza della circolazione, viene punito con una sanzione pari a circa la metà.


Fino a questo momento, inoltre, la sanzione della sospensione della patente è stata legata a fatti gravi, volontari e con possibili conseguenze serie sulla sicurezza della circolazione e non a semplici “peccati veniali”.


Altra variazione estremamente ingiusta è la previsione della confisca del veicolo per la guida in stato di ebbrezza: sanzione già molto pesante se il veicolo guidato è di proprietà del trasgressore, spesso, però, chi guida il mezzo non ne è anche proprietario; in questo modo il provvedimento rischierebbe di introdurre il principio di responsabilità oggettiva anche in campo penale; con danno gravissimo e ingiusto a tutte le aziende con dipendenti – autisti.


Lapam Confartigianato Federimpresa chiede con fermezza, a nome delle molte imprese che potrebbero venire gravemente danneggiate dal provvedimento in corso di approvazione che il Parlamento esamini in maniera più ponderata di quanto sta facendo le misure in itinere.”