‘Non bisogna mai farsi intimorire, ma procedere nella discussione senza subire il condizionamento delle persone violente’. Questo il commento del sindaco di Bologna, Sergio Cofferati, cui ieri era stato recapitato un pacco-bomba, che non si era incendiato per la prontezza di riflessi della segretaria che aveva iniziato ad aprirlo e che poi ha chiamato la polizia.

‘Il modo migliore – ha proseguito Cofferati – per rispondere agli atti di persone che dall’esterno possano avere intenzione a colpire o creare condizioni di tensione in città è tenere ferma la barra del proprio comportamento. Non sono intimorito e ho la massima fiducia nel lavoro della magistratura e delle forze dell’ordine con cui c’è un rapporto di collaborazione molto stretto. Sui fatti di ieri è in corso un’indagine, non aggiungo nulla a quello che hanno già detto il Procuratore della Repubblica e il Prefetto di Bologna’.

‘Quello che è successo ieri non è collegabile alla discussione dei giorni scorsi, è necessario tenere distinta l’azione criminale dalla discussione politica’ – ha aggiunto Cofferati – negando così che ci sia una connessione tra il pacco-bomba che gli è stato inviato e la discussione che è in corso nel Comune di Bologna sul suo ordine del giorno sulla legalità, che ha provocato scossoni nella sua maggioranza, a partire dal Prc e dai Verdi.
Il Procuratore di Bologna Enrico Di Nicola, intanto, ha confermato che le indagini sul plico recapitato ieri seguono la pista anarco-insurrezionalista: ‘Sappiamo l’area in cui tutto questo è maturato’, ha risposto ai cronisti a margine della festa delle Forze armate. Il volantino recapitato ieri alla redazione bolognese di ‘la Repubblica’ annuncia altri plichi esplosivi, dopo quello arrivato al sindaco: ‘Spero di no, ma non escludo che ne arrivino altri’, ha aggiunto il magistrato.