Sulla legalita’ Sergio Cofferati non molla e Rifondazione Comunista boccia il documento presentato dal sindaco a giunta e capigruppo della maggioranza.
Ma l’ occasione per una mediazione, seppure difficile, sembra restare.

Cofferati infatti ha parlato di un testo aperto alle proposte degli assessori e ha allungato i tempi di una decisione da parte del consiglio.

”Le conclusioni alla fine”, ha risposto ai giornalisti che lo hanno interpellato sul giudizio negativo del Prc. Cofferati ha spiegato che la giunta si pronuncera’ sul documento nella prossima sessione dell’ 8 novembre. ”Gli assessori faranno le loro osservazioni e presenteranno eventuali integrazioni e proposte da qui alla prossima riunione di giunta. Poi la congruita’ delle proposte con le intenzioni del proponente spettera’ a chi ha scritto il documento”. Il documento sara’ poi presentato alle forze di maggioranza che non sono in giunta ne’ in consiglio. E infine, una volta arrivati al testo conclusivo (”quale sara’ non lo so dire ora”) discusso in giunta, il sindaco chiedera’ che questo venga iscritto come argomento al primo consiglio utile dopo la giunta dell’ 8 novembre. ”Il documento contiene riferimenti netti e definiti su temi dibattuti in questi mesi – ha affermato Cofferati – E’ mio interesse favorire la discussione necessaria su argomenti impegnativi per tutta la citta’. Non e’ cambiato nulla nelle mie intenzioni”.


Tra l’altro, nel documento si legge che ”l’illegalita’, qualunque sia la decisione che la determina, non puo’ trovare giustificazione” e che ”l’ amministrazione e la comunita’ con i loro strumenti possono e devono agire solidarmente per correggere gli effetti negativi o le ricadute non desiderate delle leggi, ma non possono accettare la loro violazione come prassi politica”.
Ancora: ”Il bisogno abitativo e la regolarita’ dei rapporti di locazione vanno risolti con strumenti efficaci nel rispetto delle proprieta’ pubbliche e private come in quello dei diritti degli utenti”. Poi contrasto al lavoro nero, condanna della Bossi-Fini (‘negativa e incoerente’), voto amministrativo e nei quartieri agli immigrati, politiche di accoglienza a partire dai piu’ deboli e da chi accetta percorsi di regolarizzazione. Tutto nel rispetto della legge, perche’ ”occorre ancorare l’ azione amministrativa al complesso del dettato costituzionale”, conclude il documento ricordando che ”legalita’ e solidarieta’ convivono nella nostra idea di sviluppo economico, di coesione e giustizia sociale”.


Ma da Rifondazione Comunista e’ arrivata una bocciatura.”No comment”, si e’ limitato a rispondere l’ assessore alla Mobilita’ del Prc, Maurizio Zamboni, alla domanda se la giunta fosse in pericolo. E in un documento comune, il segretario bolognese del Prc, Tiziano Loreti, e il capogruppo, Roberto Sconciaforni, hanno definito la proposta di Cofferati ”palesemente ambigua”. In particolare – hanno sottolineato – ”e’ impossibile per noi accettare l’ idea di mettere sullo stesso piano situazioni di disagio e sofferenza sociale con comportamenti di carattere criminale. Un’ azione di governo che parta da questi presupposti e’ destinata a colpire soltanto i piu’ deboli”. Ma se non si arrivasse a un accordo il Prc uscira’ dalla giunta? ”Questo problema non si e’ mai posto – ha risposto Sconciaforni – La discussione parte, questo non e’ un testo definitivo, lo valuteremo alla fine. Cosi’ come e’ proposto non e’ condivisibile, ma siccome e’ stato presentato come una bozza, parteciperemo alla discussione con le nostre proposte. Alla fine decideremo se votare a favore o no dell’ ordine del giorno che sara’ l’ atto finale del dibattito. Poi, al massimo, sara’ il sindaco a decidere se farci restare in giunta o no”.


La giornata a Palazzo d’ Accursio (continuata con il consiglio comunale e, in serata, un’ assemblea degli ‘autoconvocati’ in sala Farnese) e’ stata contrassegnata da una grande attesa mediatica, con decine di giornalisti, operatori tv, fotografi, come non se ne vedevano da quando Giorgio Guazzaloca ‘prese’ il Comune di Bologna. In questo clima, non ha stupito la comparsa di un finto Bruno Vespa (Giampaolo Fabrizio) che, con una troupe di ‘Striscia’, ha consegnato un ‘fez’ autentico a Cofferati, chiamato ‘sindaco fascista’, e sindaco ‘ruspante’ con riferimento agli sgomberi sul Lungoreno. E un’ altra maschera, quella storica del dottor Balanzone, ha fatto la propria comparsa nei saloni di Palazzo d’ Accursio dove, per conto della lista di opposizione, La Tua Bologna, ha distribuito un facsimile di ordine del giorno sulla legalita’ (”tutto e’ un fatto mediatico in questa vicenda – ha commentato Gianluca Galletti – tanto e’ vero che il dottor Balanzone fa notizia come Cofferati”). Ma non scherza la Procura di Bologna che ha indagato 34 dei partecipanti ai tafferugli con le forze dell’ ordine di lunedi’ scorso in piazza. Ne’ l’ esponente di Forza Italia Daniele Carella che, in consiglio comunale, ha invitato Cofferati a dimettersi accusandolo di non essere contento di fare il sindaco e di volere invece fare ”il re”.