Quattro rinvii a giudizio per omicidio colposo per la morte del giovane calciatore del Bologna Niccolo’ Galli, figlio dell’ ex portiere della nazionale Giovanni, deceduto a 17 anni, il 9 febbraio 2001 per aver sbattuto contro il tubo di un guardrail pericolosamente privo di protezione, dopo essere caduto dal motorino.


La decisione e’ stata presa dal Gup di Bologna Marinella De Simone a carico due funzionari della Coop Costruzioni, che fa parte del consorzio di imprese che ha in appalto dal Comune vari lavori tra cui la manutenzione delle strade, e due dipendenti comunali, il responsabile dell’ ufficio manutenzione stradale e un tecnico. Il processo comincera’ il 10 febbraio 2006.

Niccolo’ Galli, che tornava a casa dopo l’allenamento, fini’ contro il guardrail di destra, all’inizio di un ponte vicino al centro tecnico rossoblu’ di Casteldebole, e proprio in quel punto la struttura appariva pesantemente deformata: un tubo d’ acciaio che avrebbe dovuto essere piegato verso il basso, era invece diritto in posizione palesemente pericolosa. Galli mori’ per un pesante trauma all’ addome. Il ragazzo, dopo l’ impatto, aveva avuto il tempo di dire solo qualche parola, poi aveva subito perso conoscenza, per morire pochi istanti dopo l’ arrivo in ospedale.
Il padre del giovane, Giovanni, che ando’ sul luogo dell’ incidente la mattina seguente, disse in lacrime: ”E’ da disgraziati lasciare un palo cosi”’. Tra l’ altro una segnalazione sul guardrail danneggiato era arrivata al comune ma per un disguido a poche centinaia di metri da luogo dove e’ morto Galli c’ era un altro punto danneggiato e l’ intervento di manutenzione venne fatto li’ pensando che si trattasse del luogo su cui c’era stata la segnalazione.

La famiglia di Niccolo’ Galli si era gia’ ritirata dalla parte civile dopo una risarcimento, anche se ha lasciato aperta la possibilita’ di un’azione civile.