La battaglia contro lo sgombero di 60 famiglie di immigrati dal Palazzo Verde per ordinanza del sindaco di Sassuolo si combattera’ nei prossimi giorni sia in piazza che davanti ai magistrati del Tar. Per sabato prossimo Rifondazione comunista ha organizzato infatti una manifestazione con concentramento in via San Pietro per chiedere la revoca dell’ordinanza e per dire ”no a razzismo, sgomberi e repressione”, con pulmann che arriveranno anche da Bologna.

E per il 27 ottobre e’ stata fissata l’udienza del Tar per decidere sul ricorso presentato dal legale del Comitato degli sgomberati contro l’ordinanza del sindaco Graziano Pattuzzi, che ha gia’ portato all’uscita del Prc dalla giunta e dalla maggioranza che governa il Comune di Sassuolo.


”E’ un fatto di una gravita’ inaudita buttare in mezzo a una strada 60 famiglie, quasi tutte di immigrati in regola che lavorano nelle fabbriche di ceramica e quasi tutti proprietari degli appartamenti sgomberati – ha denunciato il capogruppo del Prc in Regione Leonardo Masella, che ha presentato anche un’interpellanza alla giunta regionale -. L’ordinanza di sgombero non rispetta neanche la proprieta’ privata e quindi e’ di fatto un esproprio”.
Un’ordinanza motivata da ragioni di sicurezza legate alla situazione di degrado e al pericolo di crollo del palazzo per tutelare l’incolumita’ delle persone, ma che il Prc e il Comitato contestano anche per via giudiziaria: ”Il Comune non ci ha mai consegnato i documenti che comprovano il pericolo di crollo – ha sottolineato l’avv.Mario Marcuz che assiste gli sgomberati – La controperizia tecnica del Comitato esclude questo rischio per lo stabile che potrebbe invece essere ristrutturato con i fondi che il Comune ha a disposizione”. Per Rifondazione comunista, dietro lo sgombero c’e’ ben altro: ”La speculazione edilizia e finanziaria sull’area”, e al di la’ delle motivazioni ufficiali, neanche le voci sulla presenza di spacciatori o le spese di condominio, luce, acqua e gas non pagate dagli immigrati di Palazzo Verde possono giustificare lo sgombero.


Il Palazzo Verde di via San Pietro e’ stato sgomberato il 27 giugno scorso e a distanza di tre mesi alcuni immigrati sono ancora costretti a dormire in macchina o a casa di amici, mentre le altre famglie sono state sistemate in ”alloggi di fortuna”: ”Spesso molto piu’ degradati e fatiscenti degli appartamenti da cui sono stati cacciati – hanno sottolineato Masella e Admel Nedir, marocchino, uno dei leader del Comitato e fra quelli che da allora dorme in macchina – E per i quali il Comune chiede agli immigrati un affitto di 300 euro al mese, mentre molti di loro stanno ancora pagando il mutuo per l’acquisto della casa da cui sono stati sgomberati”. E per un cittadino immigrato perdere la casa significa non poter rinnovare il permesso di soggiorno, quindi perdere il lavoro e tornare nella clandestinita’: ”A Sassuolo eravamo in giunta ma dopo lo sgombero ne siamo usciti perche’ per il Prc restare al governo dipende dai contenuti, se si fanno politiche giuste o sbagliate.

E questo vale per Sassuolo, in Regione e a livello nazionale”, ha avvertito Masella.