Garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nell’attività dei “phone center”, inserirli in un registro provinciale, sollecitare la Regione a emanare una legge di regolamentazione e i Comuni a disporre controlli sull’attività e il rispetto degli orari e delle norme igienico-sanitarie dei centri che offrono servizi di telefonia per gli stranieri.

Sono queste le richieste contenute nell’ordine del giorno sulla regolamentazione dei cosiddetti “phone center”, presentato da Forza Italia al Consiglio provinciale di Modena e, dopo alcune modifiche proposte dai Ds e accolte da FI, approvato mercoledì 28 settembre con il voto favorevole dei gruppi di minoranza, dei Ds e della Margherita e quello contrario dei Verdi, mentre Rifondazione comunista non ha partecipato alla votazione.

Il documento, illustrato dalla capogruppo di Forza Italia Claudia Severi, si basa su due elementi: la “continua proliferazione” dei “phone center” nella provincia di Modena e il recente decreto antiterrorismo del ministro Pisanu che prevede l’obbligo per chi gestisce o intende aprire posti di telefonia e servizi Internet di ottenere la preventiva autorizzazione di Pubblica sicurezza. “Per questo – ha spiegato Severi – riteniamo che misure di conoscenza e monitoraggio del fenomeno sarebbero un utile strumento per orientare politiche di regolarizzazione e controllo di queste attività e prevenire problemi di ordine pubblico”.

L’emendamento, presentato da Fabio Mosca per i Ds, cancella dal documento considerazioni sul legame tra aumento dell’immigrazione e “phone center” e considerazioni sul ruolo svolto dalle amministrazioni comunali per i problemi di ordine pubblico. “Il servizio – ha sottolineato Mosca – è legato alla concessione di una licenza di pubblica sicurezza e le eventuali attività commerciali devono essere regolate dai comuni per quanto riguarda gli orari e il rispetto delle norme igienico-sanitarie”. Il capogruppo dei Verdi Walter Telleri, pur d’accordo sugli emendamenti, giudica il documento “troppo intriso di un giudizio negativo (perché usare il termine proliferazione e non più semplicemente incremento?) e privo di ogni riferimento alla solidarietà”. Analoghe considerazioni anche per il capogruppo di Rifondazione Aldo Imperiale per il quale, “nonostante le modifiche positive, i toni dell’odg non sono comunque condivisibili”.