‘Non c’è più tempo da perdere, ma gli imprenditori non stanno dormendo, investono dove serve’.
Soprattutto ricerca, innovazione ed informatica di gestione. Anna Maria Artoni, presidente di Confindustria Emilia-Romagna legge
l’aumento del 10,7% delle esportazioni regionali nel primo semestre 2005 contenuto nei dati Istat (difforme da quello diffuso giorni fa da
Unioncamere, solo + 0,1% nel secondo trimestre dell’anno) come il segnale che in un quadro generale negativo sia per l’Italia che per l’Emilia-Romagna (cala la produzione del 2,1% e ci sono alle spalle dieci trimestri negativi) non è tutto nero.


La tesi sostenuta del vertice della Confindustria regionale è che l’apparato industriale si sta ristrutturando in tutti i settori, reggono e
crescono quelle imprese che stanno facendo innovazione, ricerca, con una forte selezione per quelle aziende o per quelle filiere che non ne sono
state capaci. A supportare questo ragionamento l’aumento dell’export a due cifre per molti settore compreso, a sorpresa, il tessile-abbigliamento
(+18,6%; in calo solo carta-prodotti di carta con meno 11,7% mentre l’alimentare aumenta solo 4%) e le buone performance di crescita nei paesi
dell’est, in Russia e negli Usa (qui complice il cambio favorevole euro/dollaro).
Dunque chi è stato bravo cresce e questo secondo Artoni ha consentito alla regione di portare la quota regionale sul totale nazionale dal 12,2% al 12,7%, salendo al terzo posto (dopo Lombardia e Veneto) mentre l’Italia ha perso l’1% sul piano mondiale di quote di commercio (l’Emilia-Romagna solo lo 0,03).

Certo il ‘quadro incerto’ non consente ottimismi e le previsioni per il secondo trimestre sono ‘modestamente favorevoli soprattutto perchè la domanda interna rimane ‘stanca’, ma gli imprenditori sembrano determinati a proseguire sulla strada giusta. Lo testimonia – ha spiegato ancora Artoni – l’indagine sugli investimenti realizzata su un campione di 700 imprenditori. Nel 2004 quelli in informatica di gestione hanno riguardato il 37% del campione, ed il 33,4% per ricerca e innovazione. Questi ultimi nel 2005 sono destinati a crescere fino al 45,8% del campione.
L’ostacolo resta quello della domanda interna e la cronica difficoltà a trovare
personale tecnico e professionale adeguato. Qui comincia il capitolo delle richieste che gli imprenditori avanzano. Artoni ha battuto di nuovo sul rafforzamento delle politiche per l’internazionalizzazione, l’orientamento
verso le specializzazioni tecniche e la necessità di una semplificazione burocratica. Ha citato a questo proposito un caso personale: un capannone
completamente ristrutturato e del tutto a norma, pronto da un anno che non apre perchè manca l’ultima autorizzazione.

Infine il supporto agli investimenti. E’ positivo il giudizio sul programma della giunta – ha detto Artoni – ma gli industriali chiedono a Errani e a Campagnoli, nel timore che la Finanziaria comporti dei tagli anche per le regioni, che questi siano ‘misurati’. Dunque non si tocchino
le risorse alla legge regionale 7 per aiutare le aziende che investono in nuovi prodotti che Mario Agnoli, direttore generale di Confindustria ha
quantificato, nel bilancio di competenza del 2004, in circa 60 milioni di euro.

E’ necessario che la prossima manovra finanziaria del Governo sia ‘di grandissimo rigore, visto che anche il debito pubblico è in crescita’. Ha aggiunto Anna Maria
Artoni, presentando l’indagine sugli investimenti delle imprese della regione. ‘Le imprese – ha anche precisato – chiedono segnali coerenti rispetto alle esigenze di ristrutturazione’ e ha ricordato che ormai da tempo Confindustria invoca il ‘taglio dell’Irap’, senza che però questo ‘vada a pesare troppo sulle spese correnti’. ‘Se vengono destinati pochi finanziamenti alle Regioni – ha aggiunto – viene meno una politica di sviluppo. I tagli devono essere musurati e chi ha un atteggiamento virtuoso
deve essere premiato’.