E’ la riduzione della produzione di rifiuti l’obiettivo strategico che la Provincia intende perseguire nei prossimi anni. Il problema, infatti, si è ulteriormente aggravato come testimoniano i dati del rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti: nel 2004 la produzione nel modenese per la prima volta ha superato quota 400 mila tonnellate, attestandosi alla cifra record di 409.154 tonnellate, con un aumento di quasi 18 mila tonnellate rispetto alle 391.230 del 2003. Tenendo conto dell’aumento della popolazione, risulta che ogni modenese nel 2004 ha prodotto circa 20 chili di rifiuti in più.


Dove finisce questa autentica montagna di rifiuti?
Secondo il rapporto annuale della Provincia di Modena sulla gestione dei rifiuti circa un terzo finisce nelle sei discariche presenti nel territorio provinciale, il 35 per cento viene raccolto in modo differenziato (nel 2003 era il 32 per cento), il 25 per cento viene bruciato nel termovalorizzatore di Modena e il resto viene utilizzato nell’impianto di compostaggio di Carpi.

“Purtroppo la crescita della produzione – sottolinea Alberto Caldana, assessore provinciale all’Ambiente – pone dei seri problemi al nostro sistema di smaltimento. Abbiamo di recente approvato il nuovo piano rifiuti che innanzitutto individua alcune strategie per la riduzione della produzione coinvolgendo la grande distribuzione, educando i cittadini ad un consumo più responsabile, avviando nuove sistemi di raccolta differenziata che deve iniziare già all’interno delle mura domestiche e la riduzione delle discariche attraverso il potenziamento del riciclaggio”.

Nel 2004 ogni cittadino modenese ha prodotto oltre un chilo e 600 grammi di rifiuti al giorno, circa 620 chilogrammi all’anno (nel 2003 erano 600). I rifiuti raccolti in modo differenziato sono stati 143 mila.
Con questi risultati nella maggior parte dei comuni è stato centrato l’obiettivo stabilito a livello nazionale dal decreto Ronchi, anzi in diverse realtà questo obiettivo risulta di gran lunga superato, mentre restano le difficoltà in montagna ferma al 24 per cento.

Analizzando i dati per tipologia di rifiuto, la raccolta più significativa è quella del legname-potature che rappresenta circa un terzo del totale, seguita dalla raccolta della carta-cartone e del vetro. In aumento anche la raccolta della frazione organica (più 39 per cento rispetto al 2003) che ora coinvolge praticamente tutti i comuni di pianura.