Non e’ facile per nessuno
cantare davanti a 200 mila persone, anche quando sei un musicista esperto e sali sul palco con la consapevolezza che quel mare di gente e’ tutta li’ per te. Luciano Ligabue ha cominciato la sua grande notte di rock alle 21,30, con un po’ di ritardo sull’orario previsto.


”Il giorno dei giorni”, il nuovo singolo, e’ il brano scelto per l’apertura di questa serata che rappresenta una pietra miliare nella sua carriera e, per dimensioni e sforzo produttivo, rimarra’ una pagina importante nella storia della musica italiana. Suonare dal vivo un pezzo nuovo e’ un atto di coraggio che Ligabue ha pagato: la comprensibile emozione ha reso incerta la sua voce per tutto il brano che e’ andato avanti in un clima un po’ incerto. L’emozione l’ha fatta da padrona anche per gli altri due brani, ”I ragazzi sono in giro” e ”Hai un momento Dio?”.


La proverbiale intesa di Ligabue con la sua band ha cominciato a funzionare dal quarto pezzo, ”Vivo, morto o X”: con questo brano il concerto ha cominciato a volare secondo quella ricetta di rock che ha portato Ligabue a diventare un protagonista assoluto della scena italiana. L’impianto scenico e’ impressionante: lo show si articola su quattro palcoscenici, uno per ciascuna situazione musicale che ha contrassegnato le tappe fondamentali della carriera di Ligabue. Il ‘main stage’, il palco principale, e’ largo 90 metri, ed e’ illuminato da un impianto mastodontico. Ridotte al minimo le scenografie visto l’uso di otto megaschermi sui quali scorrono immagini che fanno da controcampo visivo al fiume di note. Proprio dallo schermo in fondo e’ cominciato il concerto con una freccia che puntava sul pianeta terra in un puntino, visto dall’alto, che e’ Reggio Emilia. Lo zoom della freccia ha poi portato l’immagine sul Campovolo aprendo poi alla musica. Un vero e proprio tour de force musicale in cui Ligabue ripercorre tutta la sua carriera nei minimi dettagli incontrando tutti i musicisti che gli sono stati vicini, compreso Mauro Pagani.


Una produzione cosi’ importante puo’ mettere in difficolta’ chiunque. Normalmente concerti di questa importanza vengono messi in scena dopo quattro o cinque spettacoli di rodaggio, una situazione impossibile in un caso come questo.


Non c’e’ dubbio che Ligabue abbia pagato uno scotto alla difficolta’ tecnica dell’allestimento e alla pressione che una produzione del genere si porta dietro. Una tensione che evidentemente non ha sentito il coro di Monte Cusna, chiamato ad aprire lo spazio ”Vintage”, il palcoscenico dove questa sera Ligabue ha festeggiato il suo nuovo incontro con i Clandestino, il gruppo che lo ha accompagnato dagli esordi fino ai primi ”dischi d’oro” con il quale si era lasciato in modo burrascoso.

Il tempo e’ galantuomo anche in musica e stasera, nella sua grande festa, Ligabue ha voluto anche i Clandestino in una di quelle reunion, scandita anche dai segni del tempo, che fanno parte della storia del rock and roll.


C’e’ stato spazio anche per
il dramma di New Orleans nel concerto di Ligabue a Reggio Emilia: nella parte dedicata alla performance acustica, solo con la sua chitarra, Luciano Ligabue ha cantato ”Sono qui per l’amore”, un brano che fa parte del nuovo album in uscita il 16 settembre. ”Vi chiedo un favore – ha detto Ligabue rivolto al pubblico – io canto per la prima volta questa canzone che voi non conoscete, vi chiedo di ascoltare in silenzio per ‘spedire’ questa canzone a New Orleans”.