Peggiora lo stato di salute del mare italiano. La percentuale delle acque di balneazione a zero inquinamento è passata dal 92% del 2004 all’87,5% di quest’anno, una dimostrazione delle condizioni ‘precarie’ degli scarichi fognari. Erosioni del litorale, uno stato diffuso di illegalità e abusivismo costiero, con 3.300 casi registrati nel 2004, sono gli altri mali che affliggono le coste italiane.


E’ questa la fotografia scattata da ‘Golette Verde’, la storica campagna estiva di Legambiente che è arrivata oggi in porto, dopo che le tre imbarcazioni hanno percorso per due mesi in lungo e in largo le coste nostrane, ed i cui risultati sono stati presentati questa mattina nel corso di una conferenza stampa nella capitale.

Il mare italiano, dunque, mostra qualche segnale di affaticamento, ma non va certo meglio per le foci dei fiumi. Qui il 70% dei punti campionati è risultato ‘inquinato o gravemente inquinato’, un segno evidente che i problemi sono ‘a monte’, spiegano gli ambientalisti. Solo il 70% degli scarichi urbani, ad esempio, viene filtrato prima di finire nelle acque marine o lacustri, e la percentuale scende a mano a mano che si va verso sud.

La situazione, infatti, non è uguale per tutta l’Italia, anche incrociando i diversi indicatori: dalla balneabilità all’illegalità, dall’abusivismo sul demanio alla depurazione.

Prima assoluta la Sardegna, che può vantare anche il 94% di acqua marina non inquinata, e alla quale Legambiente ha assegnato un bell’8 in pagella. Ultima, invece, la Campania con un 5,3. In mezzo troviamo Basilicata, Toscana, Friuli Venezia Giulia e Liguria con la media del 7, seguita da Veneto, Marche, Puglia, Molise e Emilia Romagna. Strappano a fatica la sufficienza, l’Abruzzo e soprattutto il Lazio, bocciate oltre alla Campania, Sicilia e Calabria.

Assegnate, poi, come ogni anno ai pirati del mare le bandiere nere di Legambiente. Più di una decina i vessilli, fra i quali spicca, sottolinea l’organizzazione, quella consegnata alla petroliera San Marco, sorpresa da un aereo della Marina francese a ripulire le cisterne in una zona ecologicamente protetta a 268 chilometri al largo di Marsiglia e a 241 dalla Sardegna. Bandiera nera, infine, ancora una volta al ministro della Difesa Antonio Martino ‘per non aver difeso la Sardegna e i suoi abitanti dalle servitù militari’.