Una stabile di via San Donato, al civico 27, a Bologna e’ stato occupato in mattinata e subito sgomberato attorno alle 15 dalla polizia a Bologna. Secondo la questura 16 persone, del collettivo Crash, si sono introdotte nella struttura che hanno poi abbandonato quando sono arrivati uomini e mezzi del Reparto Mobile.

Per la polizia lo ‘sgombero’ e’ avvenuto senza incidenti ne’ scontri con gli occupanti.
La struttura, di proprieta’ delle Ferrovie dell’Emilia-Romagna, era stata occupata all’inizio dell’anno. Il 16 agosto alcuni tecnici delle ferrovie, arrivati sul posto per avviare dei lavori, si erano accorti che non c’era piu’ nessuno all’interno e cosi’ avevano ‘ripreso possesso’ della struttura.
Questa mattina la nuova occupazione.


Al collettivo crash e’ subito arrivata la solidarieta’ del Prc di Bologna. ”In quello stabile, vuoto da anni e lasciato al degrado, si era sviluppata in questi mesi una importante ed interessante esperienza di autogestione da parte di soggetti sociali quali lavoratori precari e studenti, che troppo spesso vengono visti solo come ossa da spolpare o diversi da reprimere – ha spiegato il segretario provinciale Tiziano Loreti -.
Nella nostra citta’, soprattutto nelle periferie piu’ povere, non esistono luoghi di aggregazione, di giovani e non, in cui possano svilupparsi esperienze di autogestione e di socialita’ diversa da quella codificata. A questo bisogno emergente noi diciamo che vanno date risposte di dialogo e di possibilita’ di espressione e non possiamo accettare che, al contrario, l’unica risposta che viene data sia, ancora una volta, il tentativo di cancellare ‘manu militari’ questo problema”.


”Alla ripresa dell’attivita’ politica in citta’ ed in regione, riproporremo – ha concluso – in tutti gli ambiti istituzionali in cui siamo presenti e costruendo contemporaneamente mobilitazioni e lotte dal basso, la nostra richiesta di sviluppare politiche sociali, abitative e giovanili che diano risposte concrete e positive alle domande che emergono nella societa’ dagli strati piu’ deboli e subalterni”.