Ci sono anche due poliziotti della
questura di Bologna, uno dei quali sospeso dal servizio per un mese, nell’inchiesta sui permessi di soggiorno ottenuti con falsa documentazione che ha portato agli arresti domiciliari nel capoluogo emiliano il titolare di un’agenzia che si occupava di disbrigo di pratiche burocratiche e una sua collaboratrice.


L’inchiesta e’ stata condotta dal pm Stefano Orsi con la Squadra mobile della stessa questura e i provvedimenti cautelari sono stati emessi dal gip Elisa Picaroni. Venti gli indagati.

I poliziotti indagati sono un sovrintendente quarantaquattrenne e un ausiliario ventiquattrenne. L’accusa per loro, in concorso con i due dell’agenzia pratiche, e’ di corruzione. Il sovrintendente era addetto alle interrogazioni al terminale presso l’ufficio passaporti, e avrebbe ricevuto somme di denaro per compiere attivita’ contrarie ai doveri di ufficio come interrogazioni sui precedenti di polizia di cittadini extracomunitari interessati alle regolarizzazioni e anche di altre persone interessate a pratiche amministrative varie.


Queste attivita’ sarebbero state svolte con l’utilizzo abusivo di password di altri operatori di polizia addetti al terminale.

L’agente ausiliario, addetto al servizio di registrazione del call center degli appuntamenti per le pratiche per il permesso di soggiorno, avrebbe ricevuto denaro dai due dell’agenzia per privilegiare alcuni immigrati facendo ottenere appuntamenti in via urgente, accelerando cosi’ i tempi delle pratiche. Per lui il gip ha deciso il provvedimento cautelare di sospensione dal servizio di un mese. Misura che non e’ stata adottata per il sovrintendente che da tempo non e’ piu’ addetto all’ufficio passaporti e che oltretutto e’ in malattia.


Il titolare dell’agenzia – che aveva sede proprio vicino alla questura – un uomo di 35 anni, G.R., e la sua collaboratrice, di 37 anni, M.A.F., sono accusati, oltre che di concorso nella corruzione, di associazione per delinquere finalizzata alla truffa continuata e aggravata e di delitti in tema di immigrazione clandestina.

Altri complici, immigrati, avrebbero avuto il compito di ‘reclutare’ connazionali e alcuni imprenditori avrebbero attestato false assunzioni. C’era poi un addetto al ‘reclutamento’ di datori di lavoro compiacenti. Ovviamente c’era la predisposizione di tutta la documentazione falsa. Subito dopo la misura cautelare
ordinata dal Gip, l’agente ausiliario e’ stato sospeso dal servizio in via cautelare dal questore del capoluogo emiliano Francesco Cirillo.