Colpo di scena nelle indagini sui resti umani ritrovati lunedì e martedì in due discariche nel ravennate e nel bolognese: i resti appartengono a un uomo di origine asiatica, e non ad una donna come era stato ipotizzato dai accertamenti; lo ha stabilito l’esame del dna, che ha inoltre confermato che i tre pezzi di gambe sono della stessa persona, le differenze nella conservazione potrebbero essere state create da una diversa esposizione al sole.

Questo nuovo elemento ha azzerato le gia’ difficili indagini sulla morte di una vittima che non ha neppure un nome : ”Bisogna ripartire da zero – ha detto il pm Valter Giovannini – perché dovremo procedere in altri ambienti e in altre direzioni, e con assoluta prudenza”.
Gli inquirenti non escludono comunque che nei prossimi giorni l’esame del dna riesca a stabilire con precisione anche la zona geografica di appartenenza dell’uomo ucciso e fatto a pezzi tra venerdì e sabato scorso a Bologna da una mano esperta.
In mattinata è inoltre terminata senza esito la ricerca di altri resti del corpo tra i rifiuti secchi nella discarica di Mordano, l’ipotesi è che il resto del corpo sia stato gettato via tra rifiuti umidi, e quindi possa essere stato distrutto.