E’ stato ricostruita totalmente l’articolazione di un ginocchio con il trapianto della cartilagine e dell’ osso sottostante dello spessore di un cm per femore, rotula e tibia, inclusi i menischi, il tutto prelevato da un donatore. La ricostruzione con queste dimensioni permette la completa rivascolarizzazione in modo da mantenere una cartilagine vitale come se fosse quella del paziente.


Il trapianto, il primo al mondo con questa tecnica, e’ stato compiuto, in convenzione con il servizio sanitario nazionale, dall’ equipe del professor Sandro Giannini, direttore della clinica Ortopedica del Rizzoli di Bologna, su un impiegato siciliano, affetto da una grave artrosi, operato piu’ volte senza esiti soddisfacenti.

Il donatore e’ un uomo di Rimini, deceduto, ed in questo caso si parla – ha spiegato Giannini che era affiancato dal direttore della banca dell’ osso del Rizzoli dottor Pier Maria Fornasari – di ‘trapianto fresco’ perche’ l’innesto non deve avvenire oltre i 15 giorni. Non si tratta quindi di un osso crioconservato a meno 80 gradi, ma di un osso in cui sono ancora vive (almeno all’ 85%) le cellule della cartilagine (condrociti), funzionali all’innesto. L’ osso naturalmente era compatibile anche sul piano delle dimensioni con il ricevente ed e’ stato trattato per escludere ”inquinamento” batterico e virale.


Per eseguire il trapianto, che non presenta rischi di rigetto, e’ stato necessario – ha spiegato ancora Giannini – realizzare uno ”strumentario”, messo a punto con la collaborazione di una ditta di Bologna (Citieffe) che serve per eseguire con precisione massima la resezione della parte sia nel donatore che nel ricevente. La fissazione della mascherina finale che copre l’articolazione, una volta impiantata, avviene invece con microviti di titanio.
Questo tipo di intervento – ha detto ancora il Professor Giannini – e’ indicato per pazienti giovani, con una buona qualita’ dell’ osso, ma affetti da grave artrosi e si tratta, se tutto andra’ bene, di un intervento definitivo mentre una protesi artificiale ha sempre una durata, magari lunga, ma limitata nel tempo. La tecnica impiegata per questo trapianto e’ figlia di quella applicata in gennaio per il primo trapianto di caviglia. Da allora ne sono stati fatti 12 ed oggi Giannini ha mostrato le prima immagini del paziente operato alla caviglia che cammina in un corridoio del Rizzoli del tutto normalmente.

L’ impiegato siciliano ha compiuto i primi movimenti del ginocchio a due giorni dall’intervento con un ”struttura motorizzata” stando steso su un lettino. Fra breve comincera’ la riabilitazione al Rizzoli per poi proseguire a casa. Quindi potra’ cominciare ad appoggiare la punta del piede con l’ausilio di stampelle. Per il carico del peso corporeo sull’ articolazione trapiantata bisognera’ attendere 4-6 mesi.

Giannini, molto noto nel mondo sportivo per interventi a diversi calciatori fra cui Roberto Baggio, rispondendo alle domande dei cronisti, ha osservato che gli atleti hanno spesso bisogno solo di interventi ricostruttivi parziali sul ginocchio, ma nulla vieta che nei casi piu’ gravi questa tecnica possa essere applicata anche a loro.


Molto soddisfatto di questa operazione ”di grande innovativita” il commissario del Rizzoli avv.Danilo Morini che ha osservato come questo trapianto rientri appieno nella missione di un Irccs (Istituto di ricovero e cura a carattere scientifico) come il Rizzoli. ”unico in Italia per la disciplina ortopedica”.