Sempre più palazzinari e sempre meno stilisti. Una nuova conferma di come l’attività imprenditoriale nell’Italia del terzo millennio stia velocemente cambiando fisionomia, arriva dalla ricerca dell’Istat su ‘Struttura e dimensione delle imprese’, che indica un forte aumento delle realtà attive nelle costruzioni e un crollo del tessile abbigliamento.

Le imprese attive nell’industria e nei servizi nel 2003, anno di riferimento dello studio, sono oltre 4,2 milioni (+0,7% rispetto al 2002) per un totale complessivo di 16 milioni di addetti (+2,8%), di cui 5,5 indipendenti e quasi 11 dipendenti, per una media di 3,8 addetti per ogni azienda. Si tratta, come ampiamente noto, di un tessuto fatto in prevalenza di micro e piccole imprese.

La galoppata delle costruzioni si registra praticamente in tutto il Paese e soprattutto nel Nord-Est (+3,7%), con picchi nelle Marche, in Sardegna, Calabria, Emilia-Romagna e Molise.

L’industria in senso stretto, invece, arretra in quasi tutte le regioni, ad eccezione della Sardegna, dell’Abruzzo e della Valle D’Aosta. Le riduzioni maggiori si riscontrano in Toscana (proprio dove si concentrano molti distretti del tessile), Lazio e Lombardia.