Secondo Fipe, la Federazione dei Pubblici Esercizi della Confcommercio, una norma che appesantisce la gestione aziendale e danneggia l’ambiente risulta incongruente e inaccettabile.

Tale è il giudizio di Fipe in merito all’entrata in vigore del Decreto del Ministro delle Attività Produttive “Gamme delle acque minerali naturali e delle acque di sorgente destinate alla somministrazione” e in ogni caso, a giudizio della Federazione, vanno precisati alcuni aspetti della norma.



Il Decreto definisce in modo preciso che dal 6 luglio possono essere destinate alla somministrazione in pubblici esercizi (bar, ristoranti, pub, alberghi, agriturismi, mense) acque minerali naturali e acque di sorgente solo se contenute in bottiglie di capacità non superiore e mezzo litro (125, 250, 330, 500).



A questo proposito, continua Fipe, contrariamente a quanto riportato in alcune informazioni, con le bottiglie da mezzo litro si possono eseguire tutte le operazioni (servire l’acqua a bicchiere, allungare bevande, ecc) che si fanno con le bottiglie di formato superiore non sussistendo alcun obbligo di aprire la bottiglia in presenza del cliente o di usare recipienti monouso.



Un decreto, ribadisce Fipe riferendosi a quello del 24 marzo 2005, irragionevole per le complicazioni che pone all’imprenditore all’interno della sua azienda e dannoso poiché aumenta l’immissione di plastica nell’ambiente.