Questa mattina alle 5, in accordo con Questura e Prefettura, è iniziata l’operazione di sgombero del condominio San Matteo in via San Pietro 6.

120 uomini delle forze dell’ordine, tra Polizia Municipale, Polizia di Stato, Carabinieri e Guardia di Finanza hanno sorvegliato le operazioni di allontanamento assistito delle persone rimaste nello stabile dopo la prima operazione di venerdì scorso. 30 erano gli agenti della Polizia Municipale, ad ognuno di loro, accompagnato da tre uomini delle forze dell’ordine, è stato affidato un appartamento.
Tutte le persone che si trovavano all’interno degli appartamenti sono state identificate, il 90% di esse risultava già censito in precedenza, il rimanente 10% non risulta residente in via San Pietro 6. Non si sono verificate particolari difficoltà nelle operazioni di trasloco, dal momento che la maggioranza delle persone aveva già manifestato la disponibilità ad andarsene e ad accettare la sistemazione offerta dall’Amministrazione Comunale. A mezzogiorno già quasi la metà delle persone che questa mattina si trovavano ancora presenti nello stabile di via San Pietro 6 erano state sistemate in nuovi alloggi.
Gli appartamenti, ora, sono completamente vuoti, le operazioni di trasloco stanno ultimandosi, così come la fase di “piombatura”: tutte le porte e le finestre verranno sigillate con una lastra di acciaio dello spessore di 2 millimetri.

Durante i controlli le forze dell’ordine hanno rinvenuto 100 grammi di sostanza stupefacente di tipo haschisc oltre ad un ciclomotore di provenienza furtiva.
I Vigili del Fuoco hanno sequestrato circa 40 bombole di gas che sono state trasportate al magazzino comunale.


Fra gli abitanti del palazzo, soprattutto immigrati nordafricani, comunque, stamattina serpeggiava la tensione.

Alcuni di loro ricordano di aver fatto grandi sacrifici per acquistare uno di quegli appartamenti (pagato anche 45.000 euro) e di non ritenere giusta l’offerta di 15.000 euro avanzata dal Comune. ”Noi viviamo e lavoriamo in Italia da anni, e paghiamo le tasse qui. Non ci possono trattare cosi”’, ha detto uno dei residenti. Gia’ nei giorni scorsi, con l’appoggio di esponenti della sinistra, si e’ formato un comitato dei residenti che ha contestato la decisione del Comune: per sabato prossimo, nel pomeriggio, e’ annunciata una nuova manifestazione di protesta contro lo sgombero.


La segreteria provinciale di Rifondazione Comunista ha espresso profondo dissenso per l’operato dell’amministrazione comunale. ”Il Comune non ha saputo trovare il consenso necessario nelle famiglie e negli immigrati italiani e stranieri che in quel palazzo vivevano ed erano titolari di un diritto di proprieta’ o di contatti di affitto. Si trattava perlopiu’ di immigrati stranieri in perfetta regola, lavoratori e contribuenti – si legge in una nota -. Quel palazzo era un ghetto e anche Rifondazione e’ convinta della necessita’ del suo superamento, dell’importante finalita’ sociale del riqualificare la zona. Ma l’uso di un’operazione militare per sgomberare donne e bambini e’ intollerabile, eventuali episodi di violenza delle forze dell’ordine verso minori saranno da noi verificati”. Come gia’ prefigurato nei giorni scorsi, Rifondazione potrebbe ritirare il proprio assessore (con delega alla casa) dalla Giunta comunale di Sassuolo: una decisione in merito – dice il partito – verra’ assunta giovedi’ sera”.