Presentati ieri, nel corso della conferenza stampa di EuroPa, il Salone nazionale delle Autonomie locali, tenutasi a Roma presso l’Unioncamere, i primi dati dell’indagine ‘Marketing territoriale. Soggetti e progetti‘, realizzata da Unioncamere e Upi, in collaborazione con Mediacamere.


Il processo di selezione ha portato a individuare un totale di 39 soggetti che operano nel settore dello sviluppo locale utilizzando le metodologie proprie del marketing territoriale. Un 26% del campione è risultato al livello regionale (aziende regionali di sviluppo), un 31% al livello provinciale (agenzie di marketing territoriale provinciali), un 18% è invece rappresentato dalle Aziende speciali delle Camere di Commercio. Il 15% delle strutture dedicate individuate è il risultato della compartecipazione di diversi enti (normalmente Regione, Provincia, Camere di Commercio). Infine il 10% dei soggetti analizzati è composto da realtà come comuni, consorzi di comuni, uffici comunali dedicati, che operano a livello locale con interessanti tipologie di progettualità legata al marketing territoriale.

Al Nord, spiccano per presenza di strutture dedicate l’Emilia Romagna, la Lombardia e il Veneto, al centro il Lazio e la Toscana, al Sud la Calabria, la Sicilia e la Campania.
10 regioni italiane, infine, sembrano non aver ancora dato vita a strutture di competenza regionale che si occupino specificatamente di marketing territoriale e coordino le iniziative a livello subprovinciale.

Il 36% dei progetti di marketing territoriale sono stati realizzati e promossi dalle singole Camere di Commercio o dalle loro Aziende Speciali. Anche le Province, con il 24% dei progetti, dimostrano di guardare alle metodologie del marketing territoriale come strumenti idonei alla valorizzazione delle caratteristiche del territorio, per stimolare e incentivare iniziative imprenditoriali e d’investimenti. I progetti di competenza delle singole Regioni o delle loro agenzie regionali di sviluppo rappresentano invece un 16% del totale.

A livello territoriale appare netta la prevalenza di esperienze realizzate nel Nord (il 63%), in confronto al 16% di esperienze progettuali nel Centro e il 21% nel Sud. Toscana, Piemonte, Lombardia ed Emilia Romagna risultano essere le regioni con un maggior numero di progetti.

L’analisi mette in evidenza che:
-l’innovazione e il marketing territoriale sono le politiche su cui si concentra l’interesse e la progettualità delle province del Centro e del Nord, per le quali l’innovazione consiste essenzialmente nell’investimento nella ricerca e il marketing territoriale è una leva ritenuta strategica per l’attrazione di conoscenze, competenze e know how (più che investimenti produttivi in senso stretto);
-nel Mezzogiorno le priorità diventano centrali le politiche di sostegno al turismo e all’accoglienza, il consolidamento della dimensione di impresa.

Nelle valutazioni comparative sulla competitività dei sistemi Paese, l’Italia si colloca agli ultimi posti rispetto agli altri Paesi europei: nel Rapporto sulla competitività del sistema Italia del 2002, pubblicato da Business International, l’Italia occupa il 14° posto su 17 Paesi dell’Europa occidentale. Secondo dati della Banca Mondiale, nel 2001, l’Italia si è collocata al 18° posto nel mondo ed al 10° in Europa per flussi di investimenti diretti esteri in entrata, ma, soprattutto, negli ultimi 5 anni ha visto una crescita media annua di tali flussi sensibilmente inferiore a quella media dei Paesi europei.

Se si considera l’attrattività delle nostre province, si scopre che a Lombardia detiene ancora una volta il primato nazionale (55,6% di un flusso complessivo pari a quasi 54 miliardi di euro), seguita a distanza dal Piemonte (14,6%) e dal Lazio (che torna sui livelli del 2000, attirando l’11,2% degli investimenti stranieri del 2003). In flessione la Toscana, che nel 2003 sfiora il 5% del totale contro il 18% dell’anno precedente (probabilmente per una dinamica meno sostenuta degli investimenti immobiliari). Nonostante lo sviluppo degli investimenti stranieri in Campania, il Mezzogiorno nel suo complesso mostra un trend di crescita meno accentuato rispetto alla media nazionale (58% contro il 75% medio italiano).