“Non ci nasconderemo in alcun modo rinviando i problemi ad altri. Anche questo è federalismo, federalismo cooperativo fondato sul rispetto delle istituzioni. Il risultato elettorale ci stimola a lavorare e il fatto che la Regione sia più percepita di cinque anni fa è un vantaggio per tutti e noi manterremo, con umiltà, questa propensione al lavoro sul campo e all’ascolto. Dimostrando che abbiamo idee su come l’Italia può uscire dalla stagnazione e dal torpore di cui parla il presidente Ciampi”.
Sono le battute finali dell’intervento del presidente della Regione Vasco Errani che ha presentato questa mattina all’Assemblea legislativa il programma di legislatura.


“Ho cercato di dare una visione del futuro di questa regione, che ha di fronte la necessità di ridefinire una prospettiva di sviluppo – ha spiegato Errani al termine del discorso conversando con i giornalisti. “E’ un impegno grande, come grande la responsabilità che ha l’Emilia-Romagna in questo Paese”.


Economia, conti pubblici e incertezza istituzionale sono i tre elementi di uno scenario nazionale che segnala una situazione di grave difficoltà. Da qui parte Errani per sollecitare una politica fiscale che intervenga sulle rendite, un Dpef e una Finanziaria capaci di unire il Paese di fronte all’esigenza di una svolta. “Occorrono rigore e responsabilità, azioni che ci consentano di tenere insieme l’economia e la società”. Si rivolge al governo, Errani, anche nella sua veste di presidente della Conferenza delle Regioni per sollecitare “un cambiamento di rotta”, costruendo “una pratica di leale collaborazione tra istituzioni” perché “la conflittualità è una sconfitta, un danno anzitutto per il Paese”. Per questo le Regioni – ricorda – hanno proposto di aprire un confronto con il governo sulla manovra finanziaria e sulle scelte economiche, sulla sanità e sul patto di stabilità interno.

L’Emilia-Romagna può dare una mano al rilancio del Paese, è il filo conduttore dell’intervento programmatico di Errani, che indica nell’economia, nella società e nell’ambiente i capitoli di un’unica strategia.


L’economia: i dati segnalano un trend superiore alla media dell’Italia e delle regioni forti del nord (pil, export, investimenti), “ma ciò non ci impedisce di vedere vaste aree di crisi che sottolineano l’esigenza di dare un nuovo impulso allo sviluppo della qualità, promuovendo proprio qui una nuova economia basata su conoscenza e innovazione, consolidando reti di eccellenza e migliori sistemi di relazione tra industria, Università, istituti di credito”.

La società: “Il welfare rappresenta un’eccellenza nel panorama generale ma occorrono risposte nuove e incisive” ai problemi degli anziani, dei giovani, degli immigrati, delle nuove povertà.
L’ambiente: si tratta di “determinare le condizioni di qualità e i limiti entro i quali immaginare e costruire lo sviluppo futuro dell’Emilia Romagna”, dalla tutela dell’acqua e dell’aria, ai rifiuti, alla mobilità, all’energia alla sicurezza del territorio.

“Questa sfida – è la tesi del presidente della Regione – richiede uno sforzo corale. Serve un vero salto che si può fare assieme. Lo strumento c’è ed è il Patto per la qualità dello sviluppo”. Spetterà al nuovo PTR (il piano territoriale regionale) – è la prima proposta di Errani – indicare caratteri, valori e sentiero di crescita della “regione che vogliamo diventare.
Indicando le tre grandi aree programmatiche (sapere ed economia, ambiente e società appunto) Errani ha annunciato le prime iniziative dell’agenda di legislatura, a partire dalla legge sul lavoro, per garantirne sicurezza e qualità e dagli investimenti sulla formazione indirizzati soprattutto a giovani e donne.


Sarà rinnovato il programma per le attività produttive, concentrando gli interventi su internazionalizzazione, ricerca, sportelli unici e nuove imprese. Mentre uno dei primi atti che la Giunta proporrà all’Assemblea legislativa sarà il piano energetico incentrato su risparmio e ricerca di nuove fonti come l’idrogeno. Altri due gli impegni in campo economico: da un lato la nuova legge sulla cooperazione, dall’altro il progetto di una piattaforma unitaria del sistema fieristico e l’integrazione dei centri agro alimentari.
Sul turismo sarà istituito un “tavolo” presso la Presidenza che promuoverà un’innovazione del sistema, anche grazie a Società di trasformazione urbana “che mettano qualità urbana e ambientale ai primi posti di un progetto ambizioso di recupero di spazi”.

Proseguirà l’opera di messa in sicurezza del territorio, mentre saranno portate all’esame dell’Assemblea altre due importanti leggi: quella sulla bonifica e difesa del suolo e quella sugli appalti.
Sul fronte della salute, tre le sfide indicate da Errani: il consolidamento del sistema sanitario per tutti, capace di dare risposte di eccellenza ai cittadini; l’integrazione socio sanitaria; il Fondo per le persone non autosufficienti realizzato negli ultimi due anni in forma sperimentale con risorse solo regionali.


Tra le emergenze un’attenzione speciale sarà rivolta al tema dell’affitto agevolato con il “programma 3.000 case”, mentre la legge sull’immigrazione sarà arricchita dal Programma triennale per l’integrazione sociale dei cittadini stranieri.

Grande attenzione al tema delle infrastrutture e della logistica con tre obiettivi: spostare quote significative di traffico dalla strada alla ferrovia, migliorare la mobilità urbana, accelerare le grandi opere previste dall’intesa con il governo. “In quell’intesa istituzionale ci sono le priorità dell’Emilia Romagna e il governo deve mantenere gli impegni”, ha ribadito Errani annunciando l’istituzione di un Osservatorio per verificare la corrispondenza tra l’accordo e le azioni.
Infine, gli strumenti: istituzioni e risorse. Sarà rafforzata, anche grazie al nuovo Statuto, la cooperazione tra istituzioni locali e con la società regionale. Cosicché ogni città e ogni territorio possa partecipare all’innovazione del sistema regionale. Quanto alle risorse, Errani indica una duplice direzione: da un lato ottimizzare quelle esistenti orientandole verso le priorità individuate; dall’altro occorre reperirne di nuove. La proposta è quella “di coinvolgere le Fondazioni, nel rispetto della loro autonomia, in grandi progetti decisi insieme e con le Amministrazioni locali”.