Per modificare la proposta europea per la riforma della normativa zucchero (OCM zucchero) che comporterà nei Paesi comunitari ed in particolare per l’Italia una forte diminuzione della produzione nazionale, un drastico calo del sostegno diretto al reddito per gli agricoltori ed un forte aumento delle importazioni le segreterie nazionali di Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil hanno proclamato otto ore di sciopero nazionale di tutti i lavoratori del settore per la giornata del 1° giugno 2005 che per la Regione Emilia Romagna si sono articolate, su decisione delle Segreterie Regionali, con Presidio a Bologna davanti alla sede regionale della Rai, comizio e incontro di una delegazione sindacale con l’Assessore Regionale all’Agricoltura e la Presidenza della Giunta Regionale.

Tutti gli stabilimenti della nostra regione si sono mobilitati con una totale partecipazione allo sciopero e alla manifestazione Regionale; oltre 1.000 lavoratori dagli stabilimenti di Ferrara, Modena, Ravenna, Forlì, Parma e Bologna sono scesi in piazza per dire NO a quella riforma che metterebbe in discussione l’intero settore saccarifero nazionale e per affermare con forza le posizioni che da tempo le Organizzazioni Sindacali stanno ponendo.

Giunti ormai a poche settimane dalla presentazione del nuovo testo giuridico da parte del Commissario Europeo all’Agricoltura (22 giugno 2005), il Governo italiano non ha ancora espresso una posizione chiara e definitiva sul settore bieticolo nazionale.


Da mesi invochiamo con forza la necessità, senza successo, di un piano di settore nazionale. I ritardi accumulati rischiano di farci arrivare fuori tempo massimo ed allora sarà troppo tardi per modificare una proposta di riforma fortemente ispirata da francesi a tedeschi.



I segnali che giungono dall’Europa stanno diventando drammatici per la bieticoltura italiana. Si parla di una riduzione dei prezzi del 39% da effettuarsi in un biennio. Il prezzo d’intervento dello zucchero passerebbe così dai 655 Euro/ton attuali a 505 Euro/ton nel 2006/07 e a 385,5 Euro/ton a partire dal 2007/08 ed il prezzo minimo delle barbabietole scenderebbe a 32,86 euro/ton nel 2006/07 ed a 25,05 Euro/t nella campagna 2007/08 (- 42,6% rispetto prezzi attuali).



Con queste condizioni l’Italia scomparirebbe completamente dal settore diventando un mercato di consumo. Il nostro Paese non può permettersi un colpo di tale portata. Le ragioni e le condizioni per mantenere la filiera ci sono tutte e va salvaguardata la possibilità di coltivare la barbabietola da zucchero al Sud, al Centro ed al Nord utilizzando a tal fine anche le risorse economiche che la proposta di riforma mette a disposizione per la chiusura di aziende in riferimento all’impatto ambientale ed occupazionale devono essere investite nel settore per la formazione, l’innovazione la riconversione ed il sostegno al reddito dei lavoratori.



Soltanto un impegno coerente dell’intera filiera, la definizione di un piano di settore nazionale ed una forte presa di posizione del Governo italiano possono scongiurare l’estinzione del comparto attraverso un progetto di prospettiva che realizzi la rimodernizzazione degli stabilimenti, investimenti per aumentare la qualità della materia prima e le alternative produttive possibili, difendendo attivamente il settore ed i 77mila lavoratori coinvolti a livello nazionale di cui 38.000 in Emilia Romagna.



A tal fine Fai Cisl, Flai Cgil, Uila Uil Regionali, nell’incontro con l’Assessore Regionale e la Presidenza della Giunta Regionale hanno condiviso l’istituzione di un tavolo regionale permanente di settore che, coinvolga tutti i soggetti della filiera bieticola-saccarifera, elabori proposte e condivida percorsi ed obbiettivi; il primo incontro è già fissato per il 14 Giugno prossimo.



Le Organizzazioni sindacali hanno inoltre chiesto alla Regione ed alle amministrazioni locali, presenti alla manifestazione, un forte impegno volto a sostenere politicamente il settore e per sollecitare il Ministero ad una azione incisiva a livello europeo per mantenere la produzione bieticola e saccarifera nazionale.



La Presidenza della regione si è impegnata, attraverso il presidente Errani in veste di presidente della Conferenza delle regioni italiane, ad iscrivere il tema all’Ordine del Giorno della prossima seduta della Conferenza stessa per poi portarlo all’attenzione del Governo entro la data del 22 giugno con la convocazione di un tavolo di crisi che metta assieme Governo, attori della filiera, Regioni.



Il sindacato ed i lavoratori stanno facendo la loro parte per mantenere un settore importante e determinante per l’occupazione e per l’equilibrio dell’agricoltura nazionale; le imprese di trasformazioni e produzione e le loro Associazioni di rappresentanza hanno la responsabilità di rilanciare il settore anche attraverso una “riforma sostenibile” che non abbia lo scopo di ricercare solo forme di indennizzo per poi abbandonare il settore, ma che persegua l’obiettivo di mantenere una presenza industriale attraverso investimenti, innovazione, ed anche eventuali riconversioni verso nuove attività industriali (es. biomasse).