Inaugura venerdì 20/5 alle ore 18 presso gli spazi espositivi di Gamma Due a Sassuolo l’esposizione collettiva “Material. L’arte e la materia del mondo”.


La mostra indaga lo slittamento della ricerca artistica contemporanea verso un utilizzo sempre più preponderante di oggetti e materiali provenienti da altri ambiti, pratica che arricchisce di significati “altri” sia la concettualità delle opere che l’estetica finale.
La contaminazione linguistica diventa in questo caso un riflesso di comportamenti socioculturali diffusi in molte sfere dell’esistente, tendenti ad abolire il valore della specificità, dell’unicità e della differenza a favore di una dimensione sinestica e spettacolare allargata.
Curata da Marinella Paderni, la mostra comprende alcune opere particolarmente significative e importanti di artisti storicizzati (Philip Corner, Gino De Dominicis, Allan Mc Collum, Hermann Nitsch), celebri per aver rivoluzionato il senso del fare artistico proprio per l’impiego di materiali extra-artistici come parte significante dell’opera. In mostra una grande installazione sul suono di Philip Corner, una scultura nera di Gino De Dominicis, le anfore colorate di Allan Mc Collum e una tela lunga 4 metri di Hermann Nitsch sul tema dell’Ultima Cena.


Accanto alle loro installazioni, saranno presentate i lavori più recenti di alcuni artisti (soprattutto delle nuove generazioni) che si sono contraddistinti per l’ampliamento della loro ricerca verso un uso sempre più concettuale e totalizzante di materiali nuovi.


Il video di Amae artgroup mostra l’epidermide umana come “tessuto” poetico, dai cui pori escono frasi e poesie sulla tragicità della condizione umana odierna. L’artista svizzera Natacha Anderes raffigura con la plastilina tipo pongo periferie ridisegnate da grandi opere di urbanizzazione che ne muteranno l’immagine: il pongo le consente di rifare il quadro una volta che il cantiere sarà terminato e il paesaggio sarà trasformato. Per Fabrizio Corneli e Marco Giovani la luce è il medium che attua l’opera: Corneli crea l’illusorietà di una figura grazie alle ombre proiettate a parete, mentre Giovani raffigura sulla tela il gioco di ombre e luci, di vuoti e pieni prodotti dalla proiezione luminosa di un oggetto. Per Stefano Fioresi e Maurizio Taioli il paesaggio urbano è fonte d’ispirazione di dipinti realizzati o con resine speciali (Fioresi) o su supporti inconsuenti (i segnali stradali) in un gioco di contaminazioni. Per Dario Ghibaudo, Adriano Persiani e Silvano Tessarollo la creazione di oggetti e personaggi nuovi (animali, personaggi dei fumetti, abiti) passa attraverso un uso “ironico” e giocoso della materia; ironia presente con finalità formali e concettuali diverse anche nelle grandi installazioni di elastici di Nicola Renzi. La poeticità insita in certi materiali d’uso industriale è il comun denominatore degli altri artisti: Maurizio Mioli utilizza nei suoi plastici i circuiti elettronici come monoliti di luoghi arcaici; Luca Piovaccari stampa le sue fotografie di paesaggi su fogli trasparenti di acetato sovrapponendoli come se fossero dei veli attraverso cui guardare la realtà; Arcangelo Sassolino si avvale del cemento per realizzare grandi cubi ciechi che girano su stessi, oppure strappa muri e pavimenti che poi sospende nel vuoto dello spazio per mostrare le realtà nascoste.



MATERIAL. L’arte e la materia del mondo

maggio-ottobre 2005

Info: 0536/867411