Capacita’ di lavorare in rete fra
le imprese, ricerca di formule societarie piu’ solide, forte domanda di innovazione tecnologica e attenzione alla formazione.
Sono i tratti salienti della formula imprenditoriale bolognese che emerge dal rapporto strutturale sul sistema economico produttivo della provincia elaborato dall’Osservatorio sulla Congiuntura della Camera di Commercio di Bologna per la Terza Giornata dell’Economia.


Le ditte individuali si confermano ‘palestre di impresa’ dove il sistema si rafforza per trasformarsi in forme giuridiche piu’ complesse. Il 53% delle imprese e’ infatti costituito da ditte individuali, ma e’ in aumento il numero delle societa’ di capitali, per le quali il tasso di natalita’ e’ doppio rispetto a quello di mortalita’.

Ha sempre piu’ importanza la capacita’ dell’impresa di aderire a forme organizzative stabili come i gruppi di impresa.
Quelli presenti nel bolognese controllano oltre 5.000 societa’ nazionali, oltre il 44% degli addetti della provincia lavora in una societa’ che appartiene ad un gruppo, ed oltre il 40% del valore aggiunto proviene da gruppi.


I margini sul fatturato delle societa’ di capitale sono mediamente superiori rispetto alla media nazionale e regionale.

Gli indicatori di liquidita’ immediata e corrente mettono in evidenza situazioni abbastanza equilibrate. Anche costi del lavoro e profitti hanno sul valore aggiunto quote piu’ elevate in provincia di Bologna rispetto alla media nazionale.

Altra leva competitiva e’ la formazione: poco meno di un quarto dei dipendenti segue un percorso di qualificazione, percentuale nettamente superiore sia alla media nazionale che regionale. La cultura della formazione coinvolge anche le imprese di minore dimensione che nel 97% dei casi ne sostengono interamente i costi. Le industrie meccaniche sono quelle con il maggiore costo procapite di formazione, mediamente pari a 10.200
euro.

Le imprese hanno bisogno di ricerca: complessivamente il fabbisogno di professioni intellettuali e tecniche ha segnato un incremento superiore rispetto a quello delle professioni della produzione. La forte domanda di tecnologia si esprime anche in acquisto di brevetti: il saldo della Bilancia tecnologica dei pagamenti, che registra i flussi di incassi per pagamenti relativi a brevetti, licenze, know how e assistenza tecnica, e’ dunque fortemente negativo (e’ il terzo saldo piu’ importante, in negativo, dopo Lombardia e Lazio).


Alla Terza Giornata dell’Economia si e’ fatto anche il punto sui dati 2004 dell’economia bolognese. In un quadro italiano modesto, l’economia regionale e’ cresciuta in misura piu’ sostenuta (+1,7%). Il comparto manifatturiero e’ tornato a registrare valori positivi: a fine anno +1,3% per la produzione, +0,4% per il fatturato, ordini a +0,9%, esportazioni +0,8%. La metalmeccanica ha segnato un netto recupero nel corso del 2004: +2% per fatturato e ordini, produzione +2,3%. Elemento comune per tutti i settori il forte incremento delle esportazioni che nei mesi centrali dell’anno che hanno registrato incrementi superiori al 4%. Il metalmeccanico nel suo complesso ha rappresentato il 73% dell’export bolognese.

In crisi invece il sistema moda: produzione (-2,3%), fatturato (-4,9%) e ordinativi (-2,2%). Nel commercio l’andamento delle vendite e’ cresciuto leggermente (+0,7%).

Nel 2004 sono sorte 7.018 nuove imprese, e ne sono cessate 6.190. Il relativo saldo positivo di 828 unita’ e’ raddoppiato rispetto a quello del 2003.