“In occasione del primo maggio vorrei fare a tutti noi un grande augurio: che sia una festa in cui vengano ribaditi i diritti al lavoro e del lavoro, per tutti. Un lavoro sicuro, di qualità, adeguatamente retribuito, che faccia crescere le persone e l’intera società”.

Con queste parole inizia la lettera aperta del presidente della Regione Emilia-Romagna, Vasco Errani, scritta in occasione del primo maggio e rivolta a tutti coloro che lavorano o cercano un lavoro. “La nostra regione – prosegue il presidente – ha un mercato del lavoro solido, i nostri tassi di occupazione sono tra i più alti d’Europa, ma non possiamo dimenticare che anche da noi stanno aumentando le persone che vivono esperienze lavorative precarie e che, insieme alle loro famiglie, sono per questo insicure del loro futuro e private della capacità di progettarlo. Più del 15% degli occupati della nostra regione – e si tratta al 70% e oltre di donne – hanno un contratto di lavoro precario. Per molti si tratta di esperienze che si ripetono, si allungano nel tempo e nell’età, spesso fin dopo i 40 anni. Anche in questo caso, cioè nel caso della precarietà protratta nel tempo, sono le donne ad essere le più coinvolte”.
“È un fenomeno che ci preoccupa perché può minare alla base la coesione sociale della nostra regione, perché impoverisce le persone e le fa sentire più sole. Ma anche le imprese ne sono danneggiate: non si investe, in particolare in formazione, su un lavoratore precario, e dunque il suo contributo alla crescita di un’azienda può diventare limitato. Tutto questo può invertire la tendenza virtuosa dello sviluppo socio-economico della nostra regione in cui la competitività si è sempre basata su un altissimo tasso di sapere, di competenze e di qualità del lavoro, dei lavoratori e delle imprese”.


“Per questo, nella scorsa legislatura la Giunta regionale ha approvato un progetto di legge in materia di lavoro che ha come obiettivo il ‘buon’ lavoro: un lavoro cioè che sia sicuro, stabile e di qualità, per tutti, in particolare per coloro che oggi subiscono situazioni di svantaggio occupazionale: tra questi le donne, i lavoratori adulti con più di 45 anni, i disabili e le persone che si affacciano per la prima volta sul mercato del lavoro”.


“Il mio impegno – conclude il presidente Errani – è di far riapprovare, prima di tutto in Giunta, il progetto di legge e poi proporlo all’Assemblea legislativa. Il nostro primo maggio proseguirà dunque ben oltre la data che celebra i diritti del lavoro: e proseguirà con l’impegno a fare tutto quanto ci è possibile per far crescere il lavoro, e per un lavoro che faccia crescere”.