“La creazione di 23.000 nuovi posti di lavoro nei campi, con l’aumento del 2,4 % degli occupati dipendenti ed indipendenti in agricoltura, è un contributo determinante alla diminuzione del tasso di disoccupazione in Italia al livello più basso del 1993”. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti sulla rilevazione delle forze lavoro dell’Istat nel quarto trimestre del 2004 rispetto allo stesso periodo del 2003.

Dopo un 2003 ‘frenato’ dal maltempo, le rilevazioni evidenziano – sottolinea la Coldiretti – che, con quasi oltre un milione di occupati occupati, in agricoltura il lavoro c’è sia per chi vuole seriamente intraprendere con iniziative innovative che per chi chiede possibilità di occupazione. Non si tratta di un fatto marginale ma – precisa la Coldiretti – di una opportunità, per molti disoccupati, immigrati, donne e giovani, che è in grado di garantire valore economico, ambientale e di sicurezza alimentare all’intera società.

Ma la crescita occupazionale che si è verificata – afferma la Coldiretti – è anche la dimostrazione dell’impegno del sistema delle imprese che opera in agricoltura nel continuare il percorso di trasparenza dei rapporti di lavoro intrapreso negli ultimi anni. I dati dell’ultimo trimestre hanno garantito su base annuale al settore agricolo – spiega la Coldiretti – un aumento di ben il 2,6% le unità di lavoro dipendente impegnate in agricoltura, in netta controtendenza con il calo dello 0,7% fatto registrare nell’industria e con un contributo decisivo alla lieve crescita complessiva dei lavoratori dipendenti (+0,5%).

Si tratta – continua la Coldiretti – della conferma della grande dinamicità fatta registrare dal settore agricolo nel 2004 con una crescita del valore aggiunto del 10,8% e un contributo record alla formazione del prodotto interno lordo (Pil) nazionale. Ma la crescita si è verificata in un anno in cui la produzione agricola italiana è aumentata mediamente del 6,5% in quantità con però – precisa la Coldiretti – una forte riduzione nei prezzi pagati all’origine agli imprenditori agricoli che, per alcuni prodotti come gli ortaggi, hanno raggiunto valori inferiori a quelli di dieci anni fa.

Occorre dunque un impegno delle istituzioni a valorizzare le risorse locali che possono garantire uno sviluppo sostenibile in varie aree del Paese dove bisogna investire – conclude la Coldiretti – sul trasparenza nel passaggio dei prodotti dai campi alle tavole dei consumatori e sul rapporto con il territorio, in un sistema integrato che coinvolga tutti i protagonisti, dall’agricoltura all’artigianato, dal commercio al turismo.