Reggiani e modenesi insieme per affrontare il fenomeno dei laboratori clandestini del tessile, spesso con lavoratori cinesi, che sempre più spesso le forze dell’ordine scoprono sul territorio tra Mirandola, Carpi, Rio Saliceto e Correggio. Proprio a Correggio si sono riuniti per la prima volta i rappresentanti delle due Province e di diversi Comuni, tra cui il vicesindaco di Carpi Alberto Allegretti, il presidente dell’Unione comuni modenesi Area nord e sindaco di Concordia Carlo Marchini, l’assessore di Soliera Roberto Panini.


”E’ importante iniziare a stabilire prassi e modalità comuni in materia di non regolarità d’impresa, con particolare riferimento alla comunità cinese del tessile abbigliamento”, spiega l’assessore Lavoro della Provincia di Modena, Fabrizio Righi, sottolineando come i lavoratori clandestini vengano sfruttati e costretti a vivere e a lavorare in condizioni igieniche intollerabili e nella più completa illegalità. ”E questa situazione – aggiunge – alimenta un consistente giro d’affari altrettanto illegale che danneggia la nostra economia e in particolare il settore tessile abbigliamento”.

Per favorire l’autonoma emersione del lavoro nero e l’integrazione sociale della comunità cinese, sulla base dei primi risultati del progetto Spinner, finanziato dal Fondo sociale europeo, si è deciso di dare vita a una serie di azioni informative, economiche e culturali, ma anche di chiedere l’intensificazione dei controlli da parte delle autorità ispettive competenti, ma anche in modo coordinato con gli enti locali.

”Pensiamo anche di attivare le commisioni provinciali per l’emersione del lavoro nero – annuncia Righi – mentre approfondiremo il tema con sindacati e associazioni datoriali e coinvolgeremo le associazioni di categoria nell’assunzione di modalità etiche collegate alla certificazione di qualità e alla gestione complessiva della filiera produttiva”.