Il suo nome di battesimo dovrebbe essere Tomas, ma al telefono si faceva chiamare ‘Tom & Jerry’, a seconda dei casi. Comunque sia, i Carabinieri del Comando Provinciale di Varese lo considerano il capo di una spietata banda che negli ultimi mesi avrebbe messo a segno numerose rapine in villa. La più brutale quella a casa dell’industriale Marangoni di Rovereto.

L’uomo, un albanese, è stato catturato sabato notte a Reggio Emilia, ma sull’operazione gli inquirenti, coordinati dalla Procura di Busto Arsizio, mantengono il massimo riserbo. Secondo quanto trapelato, l’uomo sarebbe stato bloccato al termine di un lungo pedinamento e di una breve colluttazione. A lui gli investigatori sarebbero arrivati attraverso una serie di intercettazioni telefoniche e riscontri scientifici. A tradirlo sarebbero state le impronte digitali rilevate dagli esperti del Ris all’interno della villa di Gallarate di proprietà della famiglia Tonetti, assaltata lo scorso novembre.

All’interno della stessa villa i Carabinieri avrebbero recuperato anche un capello già sottoposto all’analisi del Dna. Uno dei malviventi avrebbe anche perso un berretto da baseball. Gli investigatori, coordinati dal procuratore capo di Busto, Antonio Pizzi, sono convinti che l’uomo e la sua banda abbiano assaltato, nelle scorse settimane, numerose ville di industriali e professionisti nel Varesotto, in particolare a Tradate, Cairate, Saronno e Sesto Calende. In un caso i malviventi non avevano esitato a picchiare il figlio 14enne di una delle vittime. Ma la banda avrebbe agito anche in altre zone del Nord Italia: Piancamuno (Bs), Rubiera (RE), Rovereto (Tn). Sempre secondo le scarne informazioni trapelate dal massimo riserbo degli inquirenti, dieci giorni fa, al confine tra Reggio Emilia e Modena, i Carabinieri avrebbero intercettato tre componenti la banda, subito dopo l’ennesimo colpo, recuperando nell’auto dei banditi, una Bmw, una pistola Beretta 7.65 rubata nella villa di Gallarate.

Tomas, in alcune conversazioni telefoniche intercettate, abbreviava il nome in Tom e, in altri casi, si faceva chiamare Jerry. Per poterlo individuare sarebbe stata seguita una pista ‘a luci rosse’: l’albanese, infatti, tra un colpo e l’altro pare che si intrattenesse telefonicamente con linee erotiche. Per non essere individuato cambiava spesso la scheda telefonica, ma i Carabinieri riescivano sempre ad ‘ascoltarlo, anche quando chiamava in Spagna ed in Olanda. Su di lui indagano diversi magistrati e Forze dell’ordine di mezza Italia. Un recente vertice tra i vari inquirenti ha permesso di focalizzare che le rapine avevano un unico cervello e venivano eseguite da una sola banda di extracomunitari la cui formazione cambiava di volta in volta ma solo di un elemento. Sabato notte il blitz decisivo. L’auto guidata da ‘Tom & Jerry’ viene pedinata da vetture-civetta dei Carabinieri fino a Torino, dove inverte la marcia per imboccare l’autostrada verso Bologna. A Reggio Emilia si ferma ma qui viene circondato dai Carabinieri che lo bloccano dopo una breve colluttazione.