Duecentotrentuno morti in un anno, 16
in piu’ rispetto all’anno precedente. Il 2004 ha contato molte vittime nel mondo dell’edilizia e anche il 2005 non fa ben sperare: gia’ ci sono state 15 vittime, sei in piu’ rispetto allo stesso periodo del 2004. Lo rende noto in una nota la Fillea Cgil, evidenziando che ben il 25,5% degli infortuni sul lavoro avviene nel settore delle costruzioni, ”uno dei piu’ esposti”.

Le regioni che hanno registrato il numero maggiore di infortuni sono state la Lombardia, seguita da Piemonte, Sicilia e Emilia Romagna.
E’ il Piemonte che pero’ ha subito ”un’impennata preoccupante” passando da 10 morti a 22 in un anno. Guardando invece le macro aree, e’ sempre il Nord a capeggiare la ”triste classifica” con 108 infortuni mortali contro i 42 del Centro e gli 81 del Sud e delle isole. C’e’ da tener conto che tuttavia il Nord e’ nel complesso ”in controtendenza”, mentre il Mezzogiorno ha aumentato drammaticamente il numero delle vittime passando dal 19% al 35,7% del totale.

Per quanto riguarda i lavoratori stranieri, anche in questo caso la Fillea Cgil denuncia un aumento degli infortuni mortali del 18,75%: dai 32 del 2003 ai 38 del 2004. Meta’ delle vittime avevano tra i 26 e 35 anni, la maggior parte venivano dai paesi dell’Est. Sono la Lombardia e la Toscano che denunciano il maggior numero di immigrati morti sul lavoro.