Nel corso del 2004 si è verificato un aumento della forza lavoro impegnata in agricoltura del 2,5% con quasi un milione di persone che hanno trovato occupazione nei campi. E’ quanto stima la Coldiretti sulla base dei dati Istat.

Coldiretti sottolinea che la crescita si è verificata in un anno in cui la produzione agricola italiana è aumentata mediamente del 6,5% in quantità ma si è anche verificata una forte riduzione nei prezzi pagati all’origine agli imprenditori agricoli che, per alcuni prodotti come gli ortaggi, hanno raggiunto valori inferiori a quelli di dieci anni fa.

Anche in un anno economicamente difficile per il settore, l’agricoltura – sostiene la Coldiretti – si dimostra, una interessante opportunità di lavoro per molti disoccupati, immigrati, donne e giovani in cerca di occupazione. Un risultato che impegna le istituzioni a valorizzare le risorse locali che possono garantire uno sviluppo sostenibile in varie aree del Paese dove bisogna investire – sostiene la Coldiretti – sul rapporto con il territorio, in un sistema integrato che coinvolga tutti i protagonisti, dall’agricoltura all’artigianato, dal commercio al turismo.

La crescita occupazionale che si è verificata – afferma la Coldiretti – è anche il risultato dell’impegno del sistema delle imprese che opera in agricoltura nel continuare il percorso di trasparenza dei rapporti di lavoro intrapreso negli ultimi anni. Ad aumentare notevolmente è stata sopratutto la presenza di lavoratori provenienti dall’estero per i quali – afferma la Coldiretti – si attende al più presto l’emanazione del decreto flussi 2005 per dare il via libera all’ingresso dei lavoratori extracomunitari stagionali in tempi coerenti con le esigenze dei lavoratori e delle imprese agricole, che hanno necessità di programmare per tempo la propria attività aziendale legata ai cicli stagionali delle produzioni.

L’immigrazione legale – sottolinea la Coldiretti – è una risorsa indispensabile per lo sviluppo della nuova agricoltura come dimostra il fatto che negli ultimi anni la presenza di lavoratori immigrati nei campi è cresciuta con tassi di incremento annui a due cifre e che sulla base dell’ultima indagine INEA gli extracomunitari occupati in agricoltura sono pari a circa 117.000, quasi l’11% del totale degli occupati in agricoltura, concentrati per circa la metà nelle Regioni del Nord (48%) ma presenti anche nel sud e isole (37%) e nel centro Italia (15%).
La maggioranza dei lavoratori extracomunitari impegnati nei campi si occupa – conclude la Coldiretti – della raccolta della frutta e della vendemmia (42,4%), della preparazione e raccolta di pomodoro, ortaggi e tabacco (32,1%) ma anche nell’attività di allevamento (12,8%).