Non è solo un foglio di carta, ma la laurea è un passpartou per entrare nel mondo del lavoro.
80 le discipline che possono garantire a circa 56mila laureati una collocazione in impresa. I titoli più richiesti sono quelli in scienze economiche, assistenza sanitaria, ingegneria elettronica e meccanica, informatica e scienze dell’informazione.

Sono queste le previsioni dell’indagine annuale Excelsior, realizzata da Unioncamere in collaborazione con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Sul territorio italiano a spalancare le porte sananno, entro il 2004, soprattutto le realtà lombarde. Nella regione, infatti, le assunzioni previste sono 14.683, che rappresentano ben il 26% del totale. Il Lazio e l’Emilia Romagna vengono subito dopo. Il Nord Est e le regioni dell’Italia meridionale contribuiscono in maniera minore alla richiesta di personale laureato. I dati tornano utili, quindi, anche sul fronte universitario che deve garantire al mondo del lavoro persone con conoscenze adeguate.

“Le imprese italiane – ha detto in proposito il presidente di Unioncamere, Carlo Sangalli – stanno facendo crescere la domanda di ‘intelligenze’ e di ‘conoscenze’ che rivolgono al mercato del lavoro e, quindi, all’Università che produce questo beni fondamentali per lo sviluppo. Le nostre imprese devono competere su mercati in cui l’arma vincente è la qualità, e per questo hanno bisogno di risorse umane da impiegare nelle funzioni-chiave dell’azienda di oggi: quelle dedicate all’analisi dei mercati, alla gestione organizzativa e strategica dei processi e della logistica, alla ricerca. I dati di Excelsior – aggiunge il presidente di Unioncamere – indicano che siamo sulla buona strada: le imprese chiedono quasi il due per cento in più di laureati rispetto allo scorso anno, quando erano solo il 6,5% del totale. Ma questi stessi dati ci dicono anche che ci sono margini di miglioramento per il sistema universitario: il 38% dei laureati è giudicato dalle aziende di difficile reperimento sul mercato e il 45% inizierà un corso di formazione praticamente il giorno dopo aver timbrato il primo cartellino. Occorre lavorare – ha concluso il presidente Sangalli – per costruire una grande alleanza tra università e impresa, perché alle conoscenze si possano aggiungere, già nel corso degli studi, le competenze richieste dal mercato. Come Camere di Commercio siamo impegnati a promuovere il raccordo tra mondo delle imprese e sistema dell’istruzione a tutti i livelli per contribuire ad accrescere la competitività del Paese”.