“Se il Governo non interviene immediatamente circa 500 bambini modenesi non potranno accedere alla scuola d’infanzia”. L’allarme arriva dal Consiglio provinciale di Modena che nella seduta di mercoledì ha approvato un documento per chiedere al ministro “di assegnare i posti necessari a rispondere pienamente alle esigenze di istituzione delle nuove sezioni di scuola statali”.


Il documento, presentato da tutti i gruppi di maggioranza, ha ottenuto il voto favorevole di Ds, Margherita, Prc e Verdi; voto contrario del centrodestra (FI, An, Udc e Lega nord) che ha presentato una serie di emendamenti, confluiti in un documento respinto dalla maggioranza, per richiamare a un ruolo più forte e a maggiori responsabilità gli enti locali.

Durante il dibattito Demos Malavasi, capogruppo Ds, ha sottolineato che “mancano 19 sezioni nelle scuole statali, in diversi comuni, per garantire un servizio fondamentale per le famiglie”, mentre Stefano Lugli (Prc) ha ricordato che “si tratta di un problema gravissimo su cui il Governo deve intervenire, garantendo con le necessarie risorse un diritto stabilito dalla stessa riforma Moratti”. Giudizio ripreso anche negli interventi di Giancarlo Bertacchini (Ds) e di Elena Malaguti (Margherita) che ha manifestato tutto il suo stupore “per l’atteggiamento negativo delle minoranze per un problema così sentito dalle famiglie modenesi”.

Giovanna Bertolini (FI) ha ricordato, invece, come la questione sia “esplosa in tutta la regione con 2245 richieste in più in un anno: di fronte a questa situazione non si può scaricare il problema tutto sul Governo, anche gli enti locali, che hanno le loro scuole, devono fare la loro parte, smettendo di piangere miseria”. Una posizione condivisa dalla capogruppo di Forza Italia Claudia Severi e da Luca Caselli (An) il quale, illustrando gli emendamenti del centrodestra, ha chiamato a un ruolo più forte gli enti locali modenesi. Marisa Malavasi (FI) ha sottolineato, invece, come il Governo abbia già espresso la volontà di intervenire, mentre Enrichetta Annovi (FI) ha avanzato alcuni dubbi sulla correttezza delle cifre.

La situazione modenese è stata fotografa nel suo intervento dall’assessore provinciale all’Istruzione Silvia Facchini: le scuole statali coprono il 50 per cento dell’offerta, mentre quelle comunali arrivano al 14 per cento, quelle paritarie al 34 per cento oltre a uno 0,6 per cento di private non autorizzate. In 16 comuni c’è solo la scuola statale e si tratta soprattutto di realtà di piccole dimensioni, in particolare in montagna.