La scelta della facoltà universitaria? Non la fanno le giovani matricole, bensì mamma e papà. In sei casi su dieci sono i genitori a decidere quale tipo di studi superiori seguiranno i figli. E loro, i ragazzi, temono di pentirsi, prima o poi. Lo rivela una indagine del mensile “Campus” in edicola da oggi, realizzata su 862 matricole universitarie fra i diciotto e i vent’anni di ambedue i sessi.

La ricerca mette anche in luce come per un giovane su due l’università più che un impegno e una responsabilità sia un luogo per conoscere gente nuova e divertirsi. Nel 62% dei casi contano di più le aspettative di mamma e papà che non i reali interessi e le personali ambizioni e sembrerebbe crescere il popolo delle matricole per gioco se è vero che per il 76% l’università è solo “il sistema per entrare in un certo ambiente” e per il 44% “un’opportunità per conoscere gente nuova e divertirsi”.

Non è un caso che il 57% delle matricole sa già che potrebbe pentirsi della scelta fatta. Nell’83% dei casi i ragazzi scelgono tra diverse facoltà che reputano interessanti e solo il 17% parte convinto per una strada senza aver dubbio alcuno sulla scelta fatta. In tre casi su quattro, poi, il frequentare un certo ateneo è percepito come una questione di status: per il 76% è un modo per “entrare in un ambiente prestigioso” e per il 68% il solo fatto di essere iscritto è già un segno di riconoscimento e di distinzione. E ancora: il 64% ritiene che la facoltà scelta sia la sola strada per ottenere un buon lavoro, il 44% spera che almeno l’ambiente universitario sia un luogo di divertimento e il 36% parte già con l’idea che si tratterà di una perdita di tempo. Il 22%, infine, considera la scelta universitaria soltanto un modo per rimandare la ricerca di un’occupazione.