Donne occupate in crescita, ma poche
le manager. L’indagine annuale del centro studi di Unioncamere e del ministero del Lavoro sui fabbisogni professionali e le previsioni di assunzioni delle imprese conferma i ”mestieri” delle donne che restano leader indiscusse del lavoro in settori quali scuola, cultura, sanita’, moda, spettacolo, organizzazione aziendale.

Molte, dunque, le insegnanti, le farmaciste, le biologhe, le archiviste, le contabili e le assicuratrici. Le imprese, quando si tratta di assumere una figura professionale manageriale, continuano, tuttavia, a preferire gli uomini: per il 38,8% delle 2.721 nuove assunzioni di dirigenti e direttori previste per l’anno le aziende, infatti, dichiarano di preferire gli uomini, mentre per il 5% scelgono le donne. Il 56,2%, invece, non mostra preferenze di genere.

Delle 673.763 assunzioni programmate dalle imprese italiane entro l’anno, una quota compresa tra un minimo del 18,5% ed un massimo del 52,6% dovrebbe interessare le donne. In valore assoluto le assunzioni femminili dovrebbero arrivare a 124.842
unita’. Nel 2003, su un totale di 672.472 assunzioni, la componente femminile interessava il 20,3-56% della nuova occupazione.

A livello territoriale, le regioni in cui si concentra la maggior richiesta di professionalita’ femminili rispetto al totale delle assunzioni previste sono l’Emilia Romagna, la Toscana ed il Lazio. Al contrario, le regioni in cui la quota di assunzioni di donne e’ piu’ bassa sono la Calabria, la Sicilia e la Puglia.