Non solo di ricerca in Italia c’è ne è poca, ma è anche mal distribuita, coi fondi pubblici che arrivano dove i privati hanno già una forte presenza, aggravando le disparità esistenti. A lanciare l’ennesimo allarme è la Svimez, l’istituto di ricerca che dedica la sua attenzione soprattutto al Mezzogiorno.

Ben 13 delle 20 regioni italiane uniscono scarsa capacità innovativa dei privati a scarsa spesa pubblica in ricerca e sviluppo. La presenza dei privati è forte in Lombardia e Piemonte che, considerando pari a 100 la media nazionale, raggiungono rispettivamente coefficienti di 152,10 e 151,58.

Valori nettamente superiori a quelli medi, superati di poco da Lazio (108,65), Emilia Romagna (108,28) e Friuli Venezia Giulia (101,94). Appena al di sotto si colloca invece la Valle d’Aosta (99,10) e Liguria (94,63). Per il resto le distanze si allargano fino a sprofondare al 56,93 della Sardegna e al 49,61 della Calabria.

Le agevolazioni per l’innovazione dello Stato vanno invece sistematicamente dove i privati sono già forti e quindi in grado di chiederle. Si va da più del doppio della media nazionale in Piemonte (2,31 considerando la media pari a 1) ai valori bassissimi della Calabria (0,13) e della Basilicata (0,12) ma anche della Puglia (0,06) fino allo zero netto dell’Abruzzo.