Insegnanti delle superiori promossi per metodo di insegnamento e strumenti di verifica, soprattutto prove scritte e interrogazioni, con qualche lacuna sui criteri di valutazione e sul coinvolgimento informativo rispetto allo svolgimento del programma.

Ma anche giudizi positivi sulle attività di raccordo scuola-lavoro, buona considerazione dell’efficacia delle azioni di recupero e sostegno (soprattutto quelle pomeridiane “tradizionali”), valutazioni contrastanti sull’attività di orientamento (promossi, per esempio stage, laboratori e visite; bocciati invece i test orientativi in quarta), mentre le strutture didattiche ottengono un buon risultato (ottimo, per esempio, il giudizio dei laboratori negli istituti tecnici) e risulta scarsa, invece, la conoscenza da parte degli studenti delle innovazioni applicate nel campo della flessibilità di orario delle lezioni.

Sono alcuni dei risultati dell’Osservatorio della qualità dei servizi scolastici promosso dalla Provincia di Modena, uno strumento che misura la percezione e la valutazione da parte degli studenti dei servizi offerti dagli istituti delle superiori e, nell’ultimo monitoraggio riferito allo scorso anno scolastico (ha risposto il 60 per cento dei ragazzi), anche di aspetti strettamente didattici. Insomma, quasi una pagella per scuole e insegnanti compilata dai loro studenti.

Sui metodi di insegnamento il giudizio è più che sufficiente per quasi la metà degli studenti, buono o ottimo per oltre un terzo. Tra gli strumenti di verifica i più efficaci risultano le tradizionali prove scritte le interrogazioni, oltre la metà apprezza anche le esercitazioni pratiche, mentre il giudizio è più negativo sulle ricerche di gruppo. Solo la metà degli studenti dichiara di ricevere informazioni sulle caratteristiche delle verifiche e sono ancora meno quelli che le ricevono sui criteri di valutazione.

Le attività di integrazione con il mondo del lavoro e con il territorio sono particolarmente apprezzate, soprattutto nei tecnici e nei professionali e per la possibilità di maturare “un primo approccio con il mondo della produzione”. Circa la metà, comunque, valuta positivamente anche la possibilità di confrontarsi con ambienti diversi dalla scuola, mentre solo uno su cinque pensa che queste esperienze possano essere utili per approfondire o completare i saperi disciplinari.

Le attività di recupero e sostegno preferite sono quelle tradizionali che si svolgono al pomeriggio (con insegnanti curriculari e per gruppi), ma sono apprezzate anche quelle del cosiddetto “sportello didattico”. Solo quattro su dieci, invece, apprezzano la “pausa didattica” e tre su dieci il recupero in itinere o le lezioni integrative.

I giudizi sulle azioni di orientamento sono negativi per uno studente su tre: si tratta, per esempio, degli incontri informativi per il transito dal biennio al triennio, per l’accesso nei professionali, per il passaggio alla formazione professionale. Vanno meglio stage e laboratori (giudizio positivo per oltre la metà degli studenti), così così l’utilizzo delle nuove tecnologie (consensi da quattro ragazzi su dieci, critiche per il 35 per cento), scarsa considerazione degli sportelli informativi e bocciatura secca per i test orientativi in quarta che ottengono consenso solo da un ragazzo su quattro e sono giudicati negativamente da oltre la metà del campione (52,6 per cento).

Il gradimento delle strutture didattiche è molto alto con apprezzamenti per i laboratori che giungono da quasi nove ragazzi su dieci nei tecnici e da otto su dieci nei professionali.