Aumentano del 27% (da 1240 a 1575)
i furti in appartamento, con un incremento più marcato nei
Comuni della provincia (da 871 a 1195), ma calano
considerevolmente i furti di autoveicoli (da 1432 a 1176, meno
17,88%). In calo anche i borseggi (57 in meno), sostanzialmente
invariato il numero delle rapine (4 in meno, in tutta la
provincia); in crescita, sia pur lieve, i furti nei negozi (da
1200 a 1266). Aumenta peraltro anche il numero di arresti (da
773 a 884, +14,36%).

Sono i contenuti della statistica sui reati predatori,
relativi al 2003, presentati ieri mattina dal Prefetto di
Modena, Italia Fortunati. I dati sono stati forniti in parallelo
all’illustrazione dei risultati di un sondaggio sulla percezione
della sicurezza urbana, realizzato dall’amministrazione comunale
su un campione di 1200 residenti. Per il 68,3% dei residenti,
Modena è una città “molto o abbastanza sicura”, con un
incremento del 2% rispetto all’anno precedente.


Il Comune sottolinea che “si conferma l’ormai lunga
inversione di tendenza iniziata nel 1999, quando la percentuale
era ferma al 40,5%”. L’indice di percezione di criminalità,
passa dal 63,2 del 2002 a 58,7 del 2003 (in Italia è del 74,5).
La percezione della sicurezza è in aumento anche rispetto ai
vari quartieri: secondo il 34,7 degli intervistati, nel proprio
quartiere la criminalità è un problema “poco o per niente
grave”: in due quartieri (centro storico e Crocetta), peraltro,
l’indice ha un valore superire alla media. Per il 60,2% degli
intervistati, la presenza dei vigili nei quartieri induce una
maggiore sicurezza. Il 36,9% degli intervistati attribuisce a
questa presenza un calo dei piccoli reati. Per un 41,6%, poi, la
presenza dei vigili favorisce un rapporto più diretto tra
cittadino e Comune. Al primo posto, nell’attività dei vigili,
la grande maggioranza degli intervistati indica il controllo dei
parchi e delle scuola, poi la prevenzione e la repressione delle
truffe ai danni dei consumatori, quindi gli interventi di
allontanamento dei nomadi. Il 27% degli intervistati ritiene che
il fenomeno della prostituzione sia diminuito, il 35,5 che sia
rimasto invariato.