Si è sostanzialmente stabilizzata sui bassi livelli di gennaio la fiducia dei consumatori nel mese di febbraio. L’indice destagionalizzato si posiziona a 98,8 (era 98,9 in gennaio); quello grezzo mostra un ulteriore flessione a 98,2 rispetto rispetto a 99,4 della scorsa rilevazione.

L’indice corretto anche per i fattori di natura erratica, che risente maggiormente dei passati andamenti della serie storica, accusa un calo maggiore, passando a 99 da 100,6 di gennaio.

Qualche segnale positivo viene dal lato delle valutazioni riguardanti la situazione corrente degli intervistati, soprattutto per quanto riguarda la percezione della situazione economica personale; migliorano infatti i giudizi sulla convenienza presente del risparmio e quelli relativi agli acquisti di beni durevoli.

Sono invece in ulteriore calo le prospettive future, in particolare riguardo al quadro economico generale del paese. Le variabili maggiormente depresse – in termini di saldi ponderati, destagionalizzati dall’Isae – sono le attese sul mercato del lavoro e le possibilità future di risparmio, probabilmente ancora influenzate dagli scandali finanziari emersi negli ultimi mesi.

Tra le variabili che non rientrano nella definizione di fiducia, prosegue la tendenza in atto dalla seconda metà del 2002 di aumento delle intenzioni di spesa per beni durevoli nei successivi dodici mesi; si consolidano infine le indicazioni favorevoli dal lato dei prezzi, per i quali prevalgono attese di stabilizzazione sia per il presente sia per il futuro.

Nella media dei paesi dell’area dell’euro la fiducia dei consumatori continua a mantenersi al di sotto dei valori medi dell’ultimo anno, rimanendo stabile per il secondo mese consecutivo. Negli Stati Uniti, dopo un marcato aumento a gennaio, secondo le prime anticipazioni diffuse dall’Università del Michigan la fiducia dei consumatori è tornata a scendere in febbraio, riportandosi sui valori della fine del 2003.