Marco Pantani “é morto per un
arresto cardiorespiratorio e cardiocircolatorio in seguito a un
edema cerebrale e polmonare. Mi sento di escludere un evento
traumatico”.

Lo ha spiegato appena terminata l’ autopsia,
durata circa tre ore, il medico legale professor Giuseppe
Fortuni. “Ci vorranno almeno due settimane per i complessi
accertamenti tossicologici e istologici”, ha spiegato ancora.
“Solo alla fine potremo trarre le conclusionì.

Il termine concesso al professor
Fortuni per studiare le cause della morte di Pantani è stato
fissato in 60 giorni ma il “giallo” potrebbe anche non essere
mai risolto. E’ esclusa la morte violenta, ma manca per il
momento una prova macroscopica dell’ assunzione cospicua di
farmaci tale da essere una chiara evidenza di una volontà
suicida.

Da quanto emerge dalla visita sul
corpo di Pantani, infatti, è stato escluso un intervento
esterno, ma l’ assenza di biglietti che chiariscano le
intenzioni del Pirata e l’ assenza apparente, almeno ad occhio
(per questo serviranno complesse analisi chimiche) di un abuso
di farmaci, potrebbero non permettere di capire se Pantani in
caso di assunzioni di farmaci abbia semplicemente cercato la
morte oppure, come è possibile per lo stato di disturbi
psichici, solo l’attenuazione di una crisi acuta.
Normalmente, l’ edema cerebrale può essere causato da ictus,
ma nel caso di Pantani non c’ è stato, oppure da un colpo
violento e nemmeno questo c’é stato. Sul volto del ciclista ci
sono soltanto delle leggerissime escoriazioni tipiche di una
caduta da malore, come quando si fa un infarto. Ma anche questo
non è stato verificato. Un indizio che quando Pantani è
caduto, per poi morire, era in piedi, un comportamento
incompatibile apparentemente con una massiccia assunzione di
sostanze. Nello stomaco non è stata trovata presenza di
pastiglie, non ci sono evidenze macroscopiche. Il cuore era
ancora quello di un’ atleta, l’ apparato arterioso era ottimo,
non come quello di chi fa abuso di farmaci. Pantani, a quanto si
é appreso era completamente sano. Nella sua stanza al residence
erano presenti diverse confezioni di farmaci, ma erano tutti
regolarmente prescritti da un medico. La maggior parte erano
gocce, che nello stomaco non si possono scoprire a occhio nudo.
Il problema al centro della perizia è capire se Pantani
abbia eventualmente fatto un cocktail di farmaci, che potrebbe
comunque risultare letale, o se abbia scelto volutamente di fare
abuso a fini suicidi. Se dovesse essere trovata una quantità
dieci o venti volte maggiore rispetto alla prescrizione, sarà
un indizio del suicidio. Se sarà tre o quattro volte superiore
al prescritto il giallo sulle reali intenzioni di Pantani
potrebbe non essere mai risolto.

All’ interno della stanza non risulta, in ambienti
medico-legali, la presenza di cocaina. Al momento del
sopralluogo di stamane non ce n’ è l’ evidenza. Piuttosto sono
state repertate all’ interno di un cestino alcuni contenitori
con strane sostanze, ma che a un primo esame risulterebbero
essere salse portate da un ‘take away’ cinese. Così come è
stato accertato che un altro contenitore conteneva formaggio
grattugiato. Per quanto riguarda l’assenza di messaggi che
chiariscano le intenzioni di Pantani potrebbe significare che il
corridore non avesse intenzione di suicidarsi o, in caso
contrario, come spesso accade con chi sceglie l’uso dei
farmaci, il pirata abbia voluto dissimulare il suicidio con un
evento casuale.