Non accenna a placarsi la protesta contro la riforma Moratti. Il mese appena cominciato rischia di diventare molto ”caldo” per il mondo della scuola con una manifestazione nazionale già annunciata per il 28 febbraio e uno sciopero generale dietro l’angolo. Giovedì, intanto, i
sindacati hanno in calendario un faccia a faccia con il ministro dell’Istruzione.


Il primo appuntamento del fronte anti-decreto è fissato per domani. Nella sala della Sacrestia della Camera ci sarà un incontro dei gruppi parlamentari dell’opposizione, sollecitato dai Coordinamenti per la difesa del tempo pieno. Gli stessi Coordinamenti che sabato scorso non solo hanno rivolto un
appello ai sindacati affinchè proclamino tutti insieme uno sciopero generale della scuola a febbraio, ma hanno varato un nuovo pacchetto di iniziative di mobilitazione a livello locale invitando i cittadini a esporre alle finestre delle case, delle
scuole e degli uffici uno striscione-bandiera con la scritta ”Riforma Moratti bocciata”.
Obiettivo dell’iniziativa di domani, alla Camera, è quello di cercare una saldatura tra i movimenti di genitori e insegnanti nati spontaneamente e i partiti e di analizzare le questioni aperte riguardanti l’attuazione del primo decreto attuativo della riforma che entrerà in vigore subito dopo la
pubblicazione in Gazzetta.

Giovedì invece, si troveranno faccia a faccia il ministro Moratti e i segretari dei sindacati scuola per affrontare la fase post-decreto e il futuro prossimo di attuazione della riforma. Non sarà un incontro facile.
Cgil, Cisl e Uil chiederanno al ministro di avere impegni chiari e risposte precise su tutti gli aspetti che hanno ricadute sul lavoro degli insegnanti e sulla qualità della scuola, in particolare organici, organizzazione del lavoro,
questioni inerenti il rapporto di lavoro, tempo scuola, qualità della didattica, valorizzazione dell’autonomia scolastica, rispetto di tutte le tutele contrattuali.

Di problemi sul tappeto ce ne sono parecchi. A cominciare dalla questione del
docente tutor o insegnante prevalente che nelle prime tre classi della scuola primaria avrà una quota di servizio destinata alla nuove funzioni di coordinamento, di rapporti con le famiglie e
appunto di tutoraggio degli studenti. L’introduzione di questa nuova figura vedrà gli insegnanti, con uno stesso contratto, su posizioni di lavoro differenziate che secondo i sindacati aprirebbero la strada a una possibile gerarchizzazione tra docenti.
Nodi da sciogliere anche le questioni della copertura finanziaria, della stabilizzazione degli organici (non solo nella fase transitoria) e della formazione del personale in vista della riforma.

Dopo l’incontro con la Moratti, i sindacati ”in assenza di impegni precisi” valuteranno ulteriori iniziative di lotta.
Intanto, per sabato 28 febbraio hanno proclamato una
manifestazione nazionale a Roma e stanno verificando con i
rispetti uffici legali la legittimità del primo decreto
attuativo rispetto ai contenuti della legge 53.