L’Osservatorio geofisico dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, ha registrato raffiche che hanno raggiunto l’intensità di 100 km/h. Solo in tre occasioni precedenti si è superata questa barriera. In aumento anche le temperature.

Nella notte ha fatto irruzione in gran parte della pianura padana il vento di fohn. Il fenomeno, esteso al versante sotto vento di una catena montuosa, è stato all’origine di forti raffiche di vento e di un repentino aumento della temperatura, che ha raggiunto valori quasi da inizio primavera.
Si tratta – spiegano i tecnici dell’Osservatorio Geofisico universitario – di una intensità poco frequente nelle nostre zone. Venti così intensi si registrano in situazioni di fohn, come quella del marzo 1982, o come fenomeni associati a violenti temporali, come nel caso del 1998. Nel 2003 il vento massimo è stato registrato l’11 settembre con 92 km/h.

Contemporaneamente alle raffiche di vento, la temperatura è salita, balzando rapidamente da +3 a +12°C, quando la media stagionale si attesta attorno al valore di +5,1°C. Al riguardo, pur trattandosi di temperature decisamente insolite per il periodo, si deve osservare che non sono, tuttavia, infrequenti: appena quattro anni fa si ebbe una ben più intensa ‘tempesta di fohn’ che portò le temperature massime a +20°C.

Il beneficio di questa situazione è determinato dal calo repentino dell’umidità relativa: dal 87% è scesa al 25%. La quasi scomparsa dell’umidità ha reso limpida e pulita l’atmosfera ed ha migliorato la visibilità, con conseguente riduzione delle concentrazioni di inquinanti.

Il ‘fohn’ è un fenomeno interessante il versante sotto vento di una catena montuosa, in presenza di un flusso di correnti intense che impattano contro la catenina montuosa stessa: mentre nel versante esposto al vento le nubi si addensano e danno luogo a forti precipitazioni, nel versante opposto la massa d’aria è costretta a scendere verso valle, subendo un fenomeno di compressione con conseguente riscaldamento ed essiccamento della stessa massa d’aria che causa il dissolvimento delle nubi. In queste condizioni l’aria si riscalda di 10°C ogni 1000 m.