Le strade provinciali sono le più pericolose: a sostenerlo è l’Asaps, Associazione sostenitori
amici polizia stradale, secondo la quale dei 237.812 incidenti rilevati dalle forze di polizia nel 2002, riportati nell’annuario Istat (cioè solo quelli con conseguenze alle persone), ben 175.000, il 73,6%, sono avvenuti nelle strade urbane con 2.901 morti (43,1%) e indice di mortalità (il numero di morti
per 100 incidenti) di 1,7.

La media nazionale è di 2,8.
Per indice di mortalità – sostiene l’Asaps – al primo posto
sono però le strade provinciali. Nel 2002, in 15.139 incidenti, appena il 6,4% del totale, si sono contati 1.052 decessi, il 15,6%, con un indice di mortalità che raggiunge il 6,9.
Al secondo posto ci sono le statali con 25.598 incidenti (10,8%), 1.706 morti (25,3%) e indice di mortalità pari a 6,7.
Le autostrade nel 2002 hanno fatto contare 14.761 incidenti,6,2% del totale con 758 decessi, pari però all’11,3% e un indice di mortalità di 5,1.
Le strade comunali extraurbane sono state interessate da 7.314 incidenti, 3,1%, di cui 319 mortali,pari al 4,7% e un indice di mortalità del 4,4%.

Secondo l’indice di mortalità, che – sottolinea l’Asaps – è l’elemento indicativo più significativo della pericolosità di una tipologia stradale, emerge dunque questa graduatoria:
Strade provinciali 6,9; Strade statali 6,7; Autostrade 5,1; Comunali extraurbane 4,4; Comunali urbane 1,7. Media nazionale dell’indice: 2,8.