Con la ripresa dei campionati di serie
A e B, martedì prossimo, partiranno per la prima volta nei due
massimi tornei italiani, i controlli incrociati sangue-urine.

A
volerli è stata in particolare la federcalcio, che spingeva da
tempo, ma anche l’Associazione Calciatori ha sempre fatto la sua
parte ed ora plaude a quella che il suo fiduciario dott. Piero
Volpi definisce “una svolta”. “Servirà ad alzare il livello
della lotta al doping – aggiunge – e a fornire maggiore tutela
agli atleti per ciò che riguarda la loro salute: per questo noi
siamo sempre stati favorevoli all’introduzione di questi test, e
abbiamo fatto la nostra parte”.


“Il maggior merito di tutto questo – dice ancora Volpi – va
comunque alla Figc e al suo presidente Franco Carraro, che molto
si è battuto affinché questo tipo di controlli partisse al
più presto. In via Allegri forse saranno criticabili per altri
motivi, ma su questo non si può far altro che complimentarsi
con loro: l’Italia è all’avanguardia, anche se i test
incrociati sono già stati effettuati ai Mondiali 2002 e
altrettanto si farà, anche con controlli a sorpresa, in
occasione degli Europei in Portogallo”.

In tutto, ai test incrociati verranno sottoposti ogni
domenica 12 giocatori, 4 per partita, presi fra quelli che ogni
domenica svolgono i controlli normali. “E va chiarito bene –
dice Volpi – che la punibilità è prevista solo sui test sulle
urine. Quelli sul sangue mirano principalmente all’
individuazione dell’Epo, e in caso di valori sanguigni anomali
si farà il cosiddetto test alla francese anche sulle urine,
l’unico a poter determinare eventuali positività da punire”.
Quindi chi, ad esempio, rifiuta di sottoporsi al prelievo
sanguigno per motivi religiosi non rischia nulla? “Non rischia
– risponde Volpi – perché le regole, messe a punto dopo aver
passato molti ‘cancelli’, tipo Figc e Ministero della salute,
non lo prevedono. Ma, in ogni caso, non mi risulta assolutamente
che ci sia qualcuno che non voglia sottoporsi al test
incrociato”.