Monegasco fittizio, reggiano vero. Lo sostiene la Guardia di finanza di Reggio Emilia a proposito di un professionista che, pur avendo trasferito la sua
residenza nel principato di Monaco, aveva di fatto mantenuto la sede dei suoi affari in Italia, tanto da essere accusato di aver sottratto a tassazione, in sei anni, una base imponibile di 7 milioni di euro.


Un’indagine complessa, con l’ausilio di polizie e
amministrazioni fiscali straniere reso possibile da trattati e convenzioni internazionali – spiega il comando provinciale della Gdf – hanno consentito di ricostruire i flussi economici e finanziari e gli investimenti mobiliari e immobiliari del
contribuente reggiano, di cui non viene specificato altro se non che è un professionista. Attraverso la ricostruzione documentale è stato possibile far emergere le ricchezze detenute oltre frontiera.

L’uomo, pur avendo trasferito da anni a Montecarlo la residenza, tanto da risultare iscritto all’Aire, anagrafe italiani residenti all’estero, continuava a mantenere in Italia il centro principale dei propri affari e interessi: la sua
famiglia vi risiedeva, i figli hanno frequentato regolarmente le scuole, beneficiando pure del Servizio sanitario nazionale.
Le indagini hanno permesso di accertare, sostiene la Finanza,
che il professionista si è avvalso di società estere, a loro volta domiciliate in paesi a fiscalità privilegiata o in paesi off-shore per concludere affari in Italia.

Oltre all’evasione fiscale, sono state contestate anche violazioni in materia di
imposta di registro, ipotecaria e catastale. Ipotizzata anche la violazione della legge 197/1991 che limita l’uso del contante e dei titoli al portatore nelle transazioni e mira a prevenire l’utilizzazione del sistema finanziario a scopo di riciclaggio.
Per gli eventuali reati è stata interessata la Procura della Repubblica.