”L’andamento dello sciopero della spesa in Emilia-Romagna non ha avuto nessun riflesso sulle vendite delle piccole imprese della distribuzione e dei pubblici esercizi”. Lo sottolinea la Confesercenti Emilia-Romagna secondo cui la forma di protesta che pure ha fatto registrare una lieve flessione delle vendite nella media distribuzione alimentare in alcune città, ”testimonia ancora una volta che non è con gli atteggiamenti punitivi che si risolvono i problemi”.


”Evidentemente – spiega la Confesercenti in una nota – i consumatori non identificano i piccoli commercianti come i principali nemici da combattere, ma hanno compreso che essi rappresentano solo l’ultimo anello della filiera distributiva, che subisce, più che determinare l’aumento dei prezzi”.

Secondo l’associazione emiliano-romagnola sarebbe più utile ”un approccio costruttivo al problema ricercando una collaborazione tra commercianti e consumatori per dar vita ad iniziative capaci di dare un contributo al rilancio dei consumi”.