Nel 2002, secondo un’elaborazione
compiuta dall’Ufficio Studi della Cgia di Mestre, sono stati i
lavoratori ”over 50”, sul totale degli assunti nella stessa
fascia di eta’, a registrare la percentuale di ”atipicita”’
piu’ alta (43,7%) contro una media nazionale del 31,67%. Man
mano che scende l’eta’ si abbassa anche il livello di
”precarizzazione” dei neo assunti.


Chi sostiene ancora che la flessibilita’ contrattuale e’ lo
scotto che le generazioni piu’ giovani devono pagare prima di
entrare stabilmente nel mondo del lavoro deve rimettere in
discussione questa tesi, rileva una nota dell’ Associazione
Artigiani Cgia, almeno per quanto e’ successo nel 2002. Infatti,
dalla lettura del risultato emerso dall’ elaborazione dell’
Ufficio Studi su dati forniti dalla banca dati occupazionale
dell’Inail, le cose stanno diversamente. In pratica il milione e
800 mila circa nuovi assunti nel 2002 con un contratto a tempo
determinato sono stati suddivisi per quattro fasce di eta’ e
sono stati rapportati sul totale delle assunzioni sempre in
corrispondenza della coorte anagrafica.

Ebbene, i neoassunti con
oltre 50 anni presentano la percentuale piu’ alta di assunzioni
a tempo determinato sul totale. Ben 4 su 10 (43,27%) sono stati
assunti con un contratto atipico. Nella classe di eta’ tra i 36
e i 50 si abbassa al 34,5%. Si riduce al 29,55% per i giovani
tra i 18 e i 35 anni. Raggiunge il livello minimo per la classe
di eta’ piu’ bassa: ovvero, quella al di sotto dei 18 anni
(24,7%).

Percentuale assunzioni a tempo determinato sul totale:

classe eta’ 18 anni: 24,70%
classe eta’ 18-35: 29,55
classe eta’ 36-50: 34,50
classe eta’ oltre 50: 43,27
classe non attribuita: 41,85

Totale: 31,67