In prevalenza maschio, poco più che ventiseienne, figlio della piccola e media borghesia. Sono queste le caratteristiche medie che contraddistinguono i laureati dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia.

I ‘nostri’ laureati, generalmente, hanno scarsa propensione a trasferirsi per lavoro fuori dalla provincia di residenza ed aspirano ad una occupazione nel settore privato, generalmente appagato del grado di preparazione raggiunto.

Il rapporto Alma Laurea sul profilo dei laureati dell’anno 2002, consente di rilevare alcune marcate differenze sociologiche e qualitative tra la situazione modenese-reggiana, caratterizzata da un elevato numero di neo-dottori residenti nella stessa provincia della sede di studi (il 61,5% contro il 45,4% sfornato dagli altri Atenei) e quella nazionale.

La differenza più accentuata, assieme alla distribuzione geografica, riguarda la distinzione anagrafica tra maschi e femmine, perchè l’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, vede una singolare prevalenza di laureati appartenenti al cosidetto “sesso forte”, che costituiscono la maggioranza, cioè il 50,3%. Il confronto col dato nazionale è piuttosto impressionante: le donne laureate nel 2002 presso gli altri atenei italiani costituivano il 58,9%.

Oltre al significativo fatto che i laureati del nostro Ateneo sono di gran lunga più giovani, balza piuttosto evidente un altro elemento: la diversa composizione della classe sociale di provenienza. Bel il 63,4% appartiene alla piccola-media o alta borghesia, mentre i figli di genitori operai sono l’11,1%. Nelle altre 23 università oggetto della ricerca, i laureati di famiglie borghesi sono il 52,1% e quelli di origini proletarie il 14,6%.