Il mercato del lavoro nel modenese? Funziona bene con un rapporto iscritti-residenti pari al 3,9 per cento (3 per cento maschi e 4,8 per cento femmine), con punte più significative a Modena e a Carpi.

Lo affermano i ricercatori di Nomisma che, oltre a tracciare una metodologia per l’attività dell’Osservatorio sul mercato del lavoro locale, hanno inquadrato la situazione nel territorio provinciale.

Il tasso di attività modenese (55,9 per cento) è significativamente superiore a quello nazionale (48,8 per cento) e regionale (53,4 per cento). Elevato anche il tasso di occupazione (54,6 per cento), significativamente superiore nei maschi (63 per cento) rispetto alle femmine (46,6 per cento), mentre è particolarmente basso quello di disoccupazione (2,3 per cento), superiore nelle femmine (2,9 per cento) rispetto ai maschi (1,8 per cento), anche se in diminuzione rispetto al passato.

Gli iscritti (a gennaio 2002) presso i Centri per l’impiego (Modena, Carpi, Sassuolo, Mirandola, Vignola e Pavullo) erano 25.114 di cui 9.502 (38 per cento) maschi e 15.612 (62 per cento) femmine: di questi 23.987 (96 per cento) immediatamente disponibili a lavorare e 5.935 (25 per cento) in cerca di prima occupazione.

In un anno sono stati creati 83.302 posti di lavoro: 43.499 (52,2 per cento) maschi e 39.803 femmine. Oltre la metà, ben 42.691 cioè il 52 per cento, hanno riguardato individui con oltre 29 anni, 16.003 (19,5 per cento) erano in età compresa tra i 25 e i 29 anni e 23.357 (28,5 per cento) avevano meno di 25 anni.

Nel 2001 l’agricoltura raccoglie il 13 per cento degli avviamenti, le costruzioni il 6,5 per cento, il commercio l’8,1 per cento ed i servizi il 30,7 per cento. Una quota significativa di avviamenti è concentrata nel comparto manifatturiero (31,3 per cento) ed in particolare nel metalmeccanico (43 per cento del manifatturiero), nell’alimentare (13,2 per cento), nel sistema moda (15,7 per cento) e in quello ceramico (17,1 per cento).