L’inflazione è scesa a gennaio al 2,7% contro il 2,8% di dicembre.
Lo ha confermato l’Istat in base alle rilevazioni definitive. I termini congiunturali la variazione è stata del +0,3%.

L’Istituto di Statistica ha invece rivisto la variazione dell’indice armonizzato europeo, pari al 3% ma precedentemente stimato al +3,1%. Su base mensile lo stesso indice è diminuito dello 0,1%. L’indice per famiglie di operai e impiegati è cresciuto del 2,6%.

Nel mese di gennaio gli aumenti congiunturali più elevati dei prezzi al consumo per l’intera collettività si sono verificati per i capitoli abitazione, acqua, elettricità e
combustibili, dovuta soprattutto all’ incremento dell’ energia elettrica e del gas, e altri beni e servizi (+1,1% per entrambi).

Nel settore dei trasporti la variazione è stata 0,6%, in gran parte attribuibile all’ aumento del prezzo della benzina e del trasporto ferroviario. Stesso aumento anche per alberghi, ristoranti e pubblici esercizi.

I capitoli abbigliamento e calzature, mobili, comunicazioni e istruzione
non hanno invece presentato alcuna variazione.

Unica diminuzione si è infine registrata nel capitolo servizi sanitari e spese
per la salute (-1,3%), dovuto, precisa l’ Istat, al calo del prezzo dei medicinali.

Su base annua gli aumenti più alti sono stati invece registrati per i capitoli altri beni e servizi
(+4,4%), alberghi, ristoranti e pubblici esercizi (+4,1%) e trasporti (+3,9%).

In calo invece le comunicazioni (-0,8%) e i servizi sanitari e spese per la salute (-0,3%).